Tabacco: le richieste di produttori e trasformatori alla politica

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“Dalla politica vogliamo due cose: l’impegno a integrare l’entità del valore delle misure agroambientali relative al tabacco, fortemente ridotta dalla Commissione europea, con misure da prevedere nel nuovo Programma di sviluppo rurale e nuovi accordi con le manifatture”. Ad avanzare queste richieste al viceministro alle politiche agricole Andrea Olivero e all’assessore alle politiche agricole delle Regione Umbria Fernanda Cecchini, in occasione del Tavolo di filiera del tabacco convocato a Città di Castello lunedì 18 maggio, è stato Oriano Gioglio, presidente dell’Unione dei tabacchicoltori europei (Unitab). A presentare con lui queste istanze, tutto il mondo tabacchicolo. All’incontro sono intervenuti infatti Luigi Auriemma per l’Organizzazione nazionale tabacco (Ont) Italia e l’Organismo interprofessionale (Oi) tabacco Italia, Fabio Rossi per Trasformatori tabacco Italia (Tti), Carlo Sacchetto e Domenico Cardinali per l’Associazione professionale trasformatori tabacchi italiani (Apti). Erano presenti, inoltre, rappresentanti di Coldiretti, Confagricoltura e Cia umbre e dirigenti delle Regioni Veneto e Toscana. Dall’altra parte del tavolo, Giuseppe Blasi, capo dipartimento del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, e Alessandra Pesce, capo della segreteria tecnica del viceministro. “Quello del tabacco – ha commentato Olivero – è un settore importante per l’occupazione e la qualità del prodotto italiano. A livello europeo sappiamo come ci sia un’avversione per questa coltura dovuta ai danni provocati dal fumo. Se per alcuni versi può essere giustificata, per altri la trovo inspiegabile visto che il tabacco italiano è di grande qualità, per cui meno dannoso di altri d’importazione”. “Stiamo lavorando – ha quindi risposto Olivero – per fare in modo che questo settore, parte integrante della tradizione di questo territorio, possa continuare a esistere con la sua specificità e il giusto reddito per chi vi è impiegato, anche con sostegni economici, sia pure in capitoli di spesa differenti dal passato”. In Umbria, le misure agroambientali per il tabacco, secondo le indicazioni della Commissione Ue, vedranno infatti una riduzione dei premi da circa mille euro ad ettaro a 600 euro ad ettaro. E nella regione sono quasi 6mila gli ettari di terreno coltivati a tabacco da circa 480 aziende. “Dovrebbero essere prese in considerazione – ha affermato a proposito Gioglio – delle azioni, finalizzate, per esempio, alla tracciabilità e al miglioramento della qualità dei prodotti, grazie alle quali poter risarcire l’aumento dei costi per queste voci”. Per quanto riguarda gli accordi tra il Mipaaf e le manifatture per l’acquisto di tabacco italiano, le richieste vanno dalla durata, che dovrà essere coerente con la nuova Pac, cioè fino al 2020, per poter permettere una necessaria programmazione degli investimenti, ai volumi di acquisto, che dovranno essere in relazione alla quota di mercato delle vendite di ciascuna manifattura. Chiesti anche la definizione dei prezzi d’acquisto in funzione dei costi di produzione e progetti per il miglioramento qualitativo e l’innovazione tecnologica. “Sono due anni che aspettiamo questi accordi – ha ricordato il presidente di Unitab –. I produttori oggi lavorano e investono senza sapere quale sarà il loro reddito e notiamo che le manifatture non vogliono riconoscere l’aumento dei nostri costi”. Oliviero, al termine del Tavolo, ha incontrato vertici e maestranze della Fattoria autonoma tabacchi di Città di Castello e di Deltafina Sp di Bastia Umbra,  realtà importantissime per la trasformazione del tabacco italiano.