Superbonus, architetti Perugia: “Scelte scellerate del Governo”

170

Moressoni: “A rischio anche la ricostruzione delle aree terremotate”

   

 “Il Governo sostiene che non sarà un blocco immediato, perché i lavori già avviati avranno ancora a disposizione la possibilità di liquidare i bonus, ma tutti sanno che indipendentemente da questo il mercato dei crediti è fermo da tanti mesi”. A parlare è Paolo Moressoni, a nome del Consiglio dell’Ordine degli Architetti PPC della Provincia di Perugia, che interviene sul decreto adottato dal Governo, già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, che sancisce la fine dei Superbonus.

“Basti pensare che nella piattaforma di commercializzazione dei crediti fiscali già maturati e messa a punto dalle Camere di Commercio – prosegue – ci sono oltre 1400 pagine di annunci per un totale che supera i 12.000 annunci. È evidente che quest’ultimo provvedimento conduce alla fine della tormentata vicenda della moneta fiscale, ormai quasi fuori corso, che sancirà il fallimento di migliaia di imprese, fornitori e studi tecnici. Non solo, ma questo provvedimento avrà l’effetto di legalizzare tassi usuranti che saranno applicati a coloro che, in difficoltà, sono costretti a cedere il credito a tassi anche del 30-35% di riduzione. Si era aperto uno spiraglio grazie all’iniziativa di alcuni enti pubblici che avevano iniziato ad acquistare i crediti per risolvere, almeno localmente, le difficoltà che stanno vivendo cittadini e l’intero settore delle costruzioni, ma come un fulmine a ciel sereno arriva il divieto. Infatti tutte le pubbliche amministrazioni, comprese nell’ambito di un perimetro molto ampio, non potranno essere cessionarie di crediti di imposta legati ai bonus casa”.

“Il blocco – sottolinea Moressoni – avrà effetti pesantissimi sulle famiglie, sulle imprese e anche sulle banche. Su quest’ultime bisognerà vedere gli ulteriori sviluppi, ma comunque il rischio di incontrare una controparte bancaria non troppo disponibile si sta tramutando in certezza. Inoltre un focus va acceso sul mondo delle professioni, che per consentire a tanti di poter usufruire delle possibilità previste dai bonus, ha predisposto e depositato migliaia di progetti che nessuno vorrà pagare. Questa vicenda provocherà talmente tanti contenziosi che intaseranno per decenni tutti i tribunali”.

“Il nostro pensiero – continua Moressoni – non può dimenticare le zone terremotate dell’Umbria e del Centro Italia. Infatti, la situazione legata al conflitto in Ucraina, la crisi energetica e l’aumento delle materie prime, ha generato una situazione di particolare sofferenza dei cantieri della ricostruzione. Ad oggi per i rilevanti accolli a carico dei cittadini vi era lo spiraglio determinato dall’impiego dei superbonus e la conseguente cessione del credito. La certezza, sancita dal nuovo decreto, è che per coloro che non hanno avuto la possibilità di presentare la pratica agli uffici speciali della ricostruzione si è chiusa, da oggi, la possibilità di cedere il credito e rimane solo la possibilità di utilizzarlo in compensazione. Una mancanza di sensibilità sconvolgente. Come si può pensare che chi ha perso tutto, ha subito i danni di una pandemia e di una guerra abbia la possibilità di impiegare rilevanti cifre di denaro per poterle poi recuperare nella dichiarazione dei redditi? Il ministro Giorgetti – conclude Paolo Moressoni – in conferenza stampa ha dichiarato che i superbonus hanno avuto ‘potenzialità negative sull’incremento del debito pubblico’, noi ci chiediamo se il Governo abbia invece valutato quali conseguenze ci saranno con questa scelta, a nostro avviso, scellerata”.