Spoleto: un successo per l’iniziativa della Fgc

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Ha visto una grande partecipazione di pubblico l’iniziativa che il Fronte della gioventù comunista (Fgc) ha organizzato domenica 12 marzo a Spoleto nell’ambito della campagna nazionale contro l’Unione europea (Ue) che avrà il suo culmine con la manifestazione nazionale di sabato 25 marzo a Roma. In quest’occasione, il Partito comunista scenderà in piazza con il Fgc per dichiarare il suo “netto rifiuto ai diktat del capitale finanziario europeo, per l’alternativa socialista”.
Presente il vice segretario nazionale del Fgc Paolo Spena, circa cinquanta persone sono intervenute alla Libreria Aurora, sede dell’incontro, per il dibattito pubblico su immigrazione e Ue.

“Il tema dell’immigrazione – ha spiegato Yuri Di Benedetto, responsabile regionale del Fgc Umbria – è da anni al centro di un dibattito politico che trascende la politica nazionale e finisce per includere la stessa Unione europea, fondata sulla libertà di circolazione di persone e merci. Prendiamo le distanze dalla sinistra europeista e borghese, dalle false alternative dell’antipolitca e dalle risposte delle forze reazionarie, xenofobe e razziste così come rifiutiamo totalmente le politiche dell’Unione Europea”.

Nel corso del dibattito sono state fornite analisi e date risposte alle singole problematiche con un focus principale sugli effetti nella società dell’immigrazione.

“L’immigrazione – ha sostenuto Di Benedetto – è il risultato dell’organizzazione del capitalismo. Le potenze imperialiste sfruttano i paesi del Terzo mondo, gli sottraggono ricchezze e quando i popoli di quei Paesi si ribellano, gli tirano le bombe. È normale che da un simile contesto di povertà, guerra e sfruttamento molti cerchino di fuggire e di emigrare. Ma questo non è naturale e romantico come vorrebbe la ‘sinistra’ buonista. Gli immigrati non sono animali, per loro non è normale migrare. Sono uomini che scappano dalla guerra o più facilmente dalla fame e dalla povertà. Ciò che proponiamo sull’immediato  è di ritirare tutti i reparti militari presenti all’estero, smascherare il ‘peacekeeping’, fermare le guerre, le occupazioni militari e tutte le ingerenze. In poche parole: uscire dalla Nato. Contestualmente all’interruzione delle azioni militari, bloccare il rapporto di sfruttamento economico con quei Paesi, smettendo di sottrarre risorse, e materie prime e di sfruttare inumanamente la manodopera locale, come avviene da parte di tutte le multinazionali. Vogliamo ripristinare con quelle nazioni rapporti di cooperazione e non di rapina”.

Nella concezione del Fronte della gioventù comunista i Paesi sviluppati dovrebbero offrire ai Paesi in via di sviluppo il proprio know-how e le proprie conoscenze produttive, formare li quadri e tecnici e costruire strutture e infrastrutture, anche sociali.

“Le materie prime che finora l’imperialismo ha rubato senza chiedere il permesso – ha spiegato Di Benedetto – devono essere commerciate a prezzi realistici. A quel punto si regolamenta, con nettezza, il fenomeno dell’immigrazione. Se queste politiche fossero applicate nell’arco di un ventennio, il numero di immigrati comincerebbe a diminuire fino alla normalità. Ma ovviamente nessuna politica di questo genere potrà essere applicata in un sistema che è fondato sul potere dei grandi monopoli e che vede gli Stati interamente asserviti ai loro interessi. Il socialismo sarebbe la soluzione vera a questa condizione perché permetterebbe di realizzare queste misure. Altre strade non esistono. La maggioranza della gioventù che ha composto il corpo centrale dell’iniziativa, sta comprendendo la vera natura di questo sistema e intraprende la strada dell’organizzazione come unica possibilità di liberazione collettiva, riconoscendo che all’interno dell’Ue non c’è futuro per i giovani”.