Somministrato nell’Ospedale di Perugia l’anticorpo monoclonale Evusheld

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Per la protezione dei pazienti molto fragili. Lo annuncia l’Assessore Coletto

   

La curva epidemica, come pure la media mobile a 7 giorni in Umbria mostra la tendenza alla stabilizzazione rispetto alle settimane precedenti. L’incidenza settimanale mobile per 100.000 abitanti al 23 marzo è pari a 1.549: questi i dati del report settimanale elaborato dal Nucleo epidemiologico regionale comunicati dall’assessore alla Salute, Luca Coletto.

L’RDt sulle diagnosi calcolato per gli ultimi 14 giorni con media mobile a 7 giorni diminuisce attestandosi ad un valore di 0,98.

L’andamento regionale dell’incidenza settimanale mobile per classi di età conferma tassi superiori alla media regionale per la popolazione tra 3 e 44 anni: in particolare la popolazione i 6 e 13 anni raggiunge incidenze superiori ai 2500 casi x 100.000 abitanti. Tutte le classi di età mostrano una tendenza alla stabilizzazione dei valori e tutti i Distretti sanitari hanno l’incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti.

Rispetto alla settimana precedente si osserva un leggero aumento nell’impegno ospedaliero regionale soprattutto a carico dell’area medica (al 23 marzo 203 ricoveri di cui 4 in terapia intensiva). Nella settimana tra il 14 e 20 marzo si registrano 15 decessi.

Nella foto: prof Francisci e coordinatrice infermieristica Patrizia Sforna

L’assessore Coletto ha inoltre reso noto che stamani 24 marzo, è stato prescritto presso la Clinica di Malattie Infettive dell’Ospedale di Perugia, il primo trattamento con l’anticorpo monoclonale Evusheld per la profilassi pre-esposizione del Covid-19.

Il farmaco è stato somministrato questa mattina presso il Day Hospital (di Malattie Infettive) ai primi tre pazienti seguiti dal reparto di Ematologia.

“Diversamente dagli altri trattamenti fino ad ora effettuati – ha spiegato la professoressa Daniela Francisci, direttore di Malattie Infettive dell’Ospedale di Perugia – la somministrazione di questo monoclonale è rivolta a persone che non hanno contratto l’infezione da Sars CoV-2, ma che presentano un rischio molto elevato di avere un decorso severo in caso di positività. Si tratta di pazienti con marcata compromissione della risposta immunitaria – ha proseguito –  che stanno facendo terapie immunosoppressive e che non hanno sviluppato anticorpi nonostante la vaccinazione, o che, al contrario, non hanno potuto sottoporsi alla vaccinazione per motivi di salute”.

Evusheld è l’associazione di due anticorpi monoclonali, il Tixagevimab e il Cilgavimab.:

“sono entrambi diretti verso la proteina Spike di Sars-Cov-2, ma somministrati insieme funzionano ancora meglio per prevenire l’infezione – continua la professoressa Francisci – inoltre, hanno una protezione molto lunga, da sei mesi ad un anno e, a differenza degli altri trattamenti, non vengono iniettati per via endovenosa, ma per via intramuscolare”.

La prescrizione di Evusheld è affidata ai centri autorizzati da ciascuna Regione ed è sottoposta a registro di monitoraggio AIFA, mentre la selezione dei pazienti è affidata ai medici di medicina generale ed ai centri specialistici di riferimento che li hanno in cura.

“Questo tipo di monoclonale – conclude la professoressa – dovrebbe essere efficace per tutti i tipi di varianti, gli studi sono in corso”.