Sanità: la Sinistra al lavoro per dare una risposta politica ai tagli

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“Con il decreto del governo Renzi si vogliono tagliare 13 miliardi di euro alla sanità pubblica: un affare per quella privata. Anche in Umbria a pagarne il prezzo saranno i malati che non hanno mezzi per curarsi. Questi sono gli effetti dell’austerità”.

   

È quanto sostiene Stefano Vinti dell’associazione Sinistra e Lavoro Umbria.

“A questa controriforma renziana – prosegue Vinti –, a questo attacco alla sanità pubblica, a questa genuflessione all’austerità occorre una risposta politica forte, una mobilitazione e uno sciopero generale e avanzare proposte per una sanità che funzioni meglio, costi meno, sia uguale per tutti indipendentemente dal reddito, sia cioè solidale e universale”.

“È iniziata la privatizzazione del Sistema sanitario nazionale da parte del governo Renzi – sottolinea ancora Vinti –. La motivazione sarebbe l’esistenza di un’emergenza creata dall’eccesso di prestazioni sanitarie che costerebbe allo stato 13 miliardi di euro all’anno. Il governo ha così deciso di tagliare 208 prescrizioni considerate esami inutili. Guarda caso, però, nel 2014, secondo l’Istat, il 9,5 per cento della popolazione ha rinunciato a una prestazione sanitaria a causa delle lunghe file di attesa, dell’inefficienza organizzativa e dell’elevato costo del ticket. Pertanto in Italia e in Umbria è esattamente l’opposto di quanto dice il governo Renzi. Esiste una seria difficoltà ad accedere alle prestazioni, non il loro eccesso”.

“Tale manovra – commenta Stefano Vinti – servirà per reperire le risorse necessarie al taglio delle tasse annunciate, come quello sulla prima casa per tutti. Così i ricchi non pagheranno le tasse sulla casa e i poveri dovranno pagarsi la salute o non curasi. In una situazione in cui servirebbe più stato sociale, il governo lo taglia: la spesa sanitaria italiana è infatti al disotto della media europea per ben 18 miliardi di euro. Vivremo una situazione peggiorativa anche in Umbria, con l’inevitabile trasformazione del nostro modello sanitario ‘pubblico-universalistico’ nel modello ‘sussidaristico-privato’ lombardo-veneto”.

“Dal momento che l’appropriatezza prescrittiva del Governo – conclude Vinti – non è in funzione del malato ma del risparmio imposto dalle politiche di austerità, è facile prevedere che moltissimi malati saranno ingiustamente penalizzati. Cioè, la medicina di Renzi, per essere appropriata con la spesa, sarà clinicamente inappropriata con il malato”.