Rifugiati: a Tavernelle un “modello di integrazione”

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Giungono da Ghana, Nigeria, Senegal, Gambia e Costa D’Avorio. Nove giovani tra i 15 e i 17 anni, sfuggiti ai pericoli dei loro paesi d’origine in cerca di una “terra promessa”, dove poter realizzare i loro semplici sogni: incontrare l’anima gemella, diventare cuochi o calciatori famosi. Nell’attesa di compiere la maggiore età e ripartire, magari per ricongiungersi con altri pezzi della famiglia e verso mete più allettanti, è la comunità di Tavernelle ad accoglierli e cercare di farli sentire il più possibile a casa propria. Ha avuto questo scopo l’incontro “Io scatto…”, organizzato nell’ambito della “Giornata del Rifugiato”, a Tavernelle, dove appunto da circa un anno è presente una struttura di accoglienza per rifugiati minori gestito da Arci Solidarietà Ora d’Aria, in collaborazione con l’Amministrazione comunale di Panicale. Qui ci si prende cura di nove minorenni non accompagnati, provenienti dall’Africa centrale, seguiti da tre operatori 24 ore su 24. Viene fornito vitto, alloggio, e viene data loro la possibilità di seguire corsi di italiano e frequentare le scuole superiori. Ma si vuole andare oltre i servizi di base, creando le condizioni per una più profonda integrazione con la comunità locale. Da qui, agganciandosi alla “Giornata mondiale del rifugiato”, è stato organizzato un incontro presso la Biblioteca intercomunale “Ulisse”, aperto in particolar modo ai rappresentanti del mondo dell’associazionismo

“Abbiamo creato questo momento di reciproca amicizia – ha sostenuta l’assessore comunale all’associazionismo Silvia Prelati – per camminare insieme a questi ospiti e farli sentire a casa loro”.

Il sindaco Giulio Cherubini lo ha definito un “incontro simbolicamente importante”.

“In una fase in cui la questione migrazione è di così difficile gestione – ha sostenuto – a Panicale si sperimenta un modello di interazione e solidarietà che potrebbe essere benissimo esportato altrove”.

Per Arci è intervenuta Silvia Rondoni, coordinatrice delle attività sociali, che ha illustrato il progetto Sprar (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Protezione del Ministero dell’Interno) Minori e si è augurata che con questo incontro tra la comunità locale e i ragazzi della struttura di accoglienza si possa far compiere un salto di qualità al progetto stesso.