Responsabilità medica e sicurezza delle cure: forum sulla “Legge Gelli”

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‘Disposizioni in materia di sicurezza delle cure e della persona assistita, nonché in materia di responsabilità professionale degli esercenti le professioni sanitarie’. È questo il titolo della legge 24 dell’8 marzo 2017, la cosiddetta ‘legge Gelli’ dal nome del deputato Federico Gelli che l’ha proposta. Per capire meglio le novità introdotte dalla legge e i risvolti concreti sul mondo della sanità, il vicepresidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria Marco Vinicio Guasticchi ha organizzato un incontro pubblico ad Assisi a cui ha preso parte lo stesso Federico Gelli, anche nella veste di responsabile Sanità nazionale del Partito democratico. All’evento coordinato da Emanuela Mori, consigliere comunale a Perugia del Pd, erano presenti, inoltre, Luca Barberini, assessore alla salute, coesione sociale e welfare della Regione Umbria, Nicola Preiti, coordinatore dei comitati Umbria sanità del Pd, e Vincenzo Talesa, direttore del dipartimento di Medicina sperimentale dell’Università degli studi di Perugia.

“Questa legge – ha spiegato Gelli – cerca di riportare ordine nel settore della sicurezza delle cure e del rischio professionale in sanità. Dopo circa 15 anni siamo riusciti ad approvare una norma che aumenta le tutele e le garanzie per i professionisti così che possano svolgere nel miglior modo possibile, in serenità e tranquillità, la loro complessa e difficile attività. La legge cerca, poi, di dare la possibilità ai pazienti che hanno subito un danno dal sistema sanitario nazionale di ricevere risarcimenti in tempi rapidi e certi. Sono due elementi importanti che cercano, all’interno della legge, di contemperarsi e di arrivare a un nuovo punto di equilibrio dopo anni in cui il contenzioso si è moltiplicato così come la medicina difensiva che costa oggi al sistema sanitario numerosi miliardi di euro”.

“Il tema è molto delicato – ha affermato Guasticchi – perché sulla responsabilità dei medici si gioca molto anche della salute e della cura dei pazienti. I medici, con questa legge, saranno sicuramente più tranquilli e riusciranno ad attivare rapporti nuovi con i propri pazienti non avendo più addosso la spada di Damocle di una reazione legale estremamente aggressiva, come sta avvenendo oggi. Il medico deve poter operare al meglio senza essere intimorito da eventuali cause o ritorsioni legali che la sua attività, molto spesso in buona fede, potrebbe generare. Si va verso una visione nuova del rapporto tra medico e paziente e penso che questo possa portare dei benefici”.

“La qualità della cura aumenta – ha aggiunto Preiti – e i rischi per i pazienti diminuiscono perché la riforma è focalizzata sulla riduzione del rischio, sul fatto cioè che non si debba verificare l’evento avverso. Nel caso, però, questo dovesse avvenire, c’è la totale tutela del cittadino per avere il giusto riconoscimento. Il sistema è orientato alla prevenzione e si declinano una serie di interventi, dal difensore civico al centro regionale di gestione del rischio, che consentiranno di avere un sistema di maggiore qualità, in grado di ridurre gli errori e garantire al cittadino il risarcimento qualora fosse necessario”.

“È una legge che era attesa da troppi anni – ha commentato Barberini – e che, adesso, ci permetterà di stare al passo con gli altri paesi europei e di risparmiare sulla spessa indotta da una medicina difensiva che si è molto sviluppata. Tanto si è investito, infatti, in analisi e diagnostica spesso inutili e inappropriate. Questa legge dà una risposta definitiva a una sistema che era disarticolato e inadeguato ai nostri tempi”.