L’associazione di volontari per la sicurezza è emanazione del Collegio geometri di Perugia – Concluso a Calvi dell’Umbria il corso sui rischi in caso di emergenze e calamità naturali
Si è concluso sabato 23 aprile, a Calvi dell’Umbria, il corso di formazione del volontariato di protezione civile regionale tenuto dall’Associazione geometri volontari per la sicurezza e la protezione civile (Geosipro). A prendervi parte sono stati trecento volontari provenienti da tutto il territorio umbri, che si sono professionalizzati in materia di prevenzione e protezione sui rischi standard in caso di emergenze e calamità naturali.
La campagna formativa ha preso il via da un progetto presentato dall’associazione al Dipartimento di protezione civile nazionale nel 2018, il quale ha finanziato un corso di specializzazione per formatori. Personale, cioè, in grado di erogare lezioni sulla sicurezza in ambiente lavorativo e nei più severi scenari emergenziali. Il Centro regionale di protezione civile di Foligno ha poi avviato un fattivo impegno con la Geosipro per arrivare a erogare corsi per i volontari in tutto il territorio umbro.
“Grazia a questa sinergia – ha commentato il presidente di Geosipro Andrea Fanelli – siamo riusciti a valorizzare e implementare il patrimonio tecnico-culturale dei nostri volontari di protezione civile, già comunque motivati e professionalizzati. Puntiamo ad andare verso standard sempre più elevati e maggiori performance nel campo del soccorso alle popolazioni colpite da eventi naturali e antropici”. Un’iniziativa sostenuta e incoraggiata anche dal Collegio dei geometri di Perugia, di cui Geosipro è emanazione, con l’obiettivo di specializzare ancor più i propri iscritti, ma anche per offrire una maggiore vicinanza e assistenza alle popolazioni. “Già la professione del geometra in sé – ha ricordato quindi il presidente dei geometri perugini Enzo Tonzani – necessita di un rapporto privilegiato con i cittadini. In fondo, noi svolgiamo proprio un ruolo fondamentale di raccordo tra le persone e le istituzioni. Ciò non ci è indifferente. Anche per questo ci sentiamo particolarmente responsabili verso le nostre comunità. Non è un caso che centinaia di nostri iscritti svolgano volontariamente simili attività di protezione civile. Aver avuto, purtroppo, una tragica e lunga esperienza con il sisma, ad esempio, ha formato in noi una coscienza civile ancora più profonda”.
“Ci sono persone – ha spiegato Fanelli – che nei momenti più difficili si pongono tre domande: cosa voglio fare, cosa posso fare, quali le contingenze del momento. E a monito della cittadinanza cominciano a levare la testa al sole per andare avanti”.