Presentazione dell’associazione Il Bosco Sacro di Monteluce

2313
   

Negli spazi della Nuova Monteluce è stata presentata l’Associazione Il Bosco Sacro di Monteluce “ (tratto da Monte-luce; lucus=bosco sacro) recentemente costituita per ricreare un’identità culturale al quartiere dopo la chiusura del Policlinico e il processo di ripopolamento con la Nuova Monteluce. E’ stato ricordato che questo quartiere perugino, ricco come non mai di emergenze architettoniche di eccezionale valore (la Chiesa di Monteluce, il Convento delle Clarisse che sarà ristrutturato, la chiesa dell’ex ospedale affrescata da Dottori, San Bevignate…) ha perduto ogni identità che ora un gruppo di donne e uomini di cultura vuole ritrovare valorizzandone la storia e le potenzialità umane, anche alla luce della nuova realtà urbanistica che sta lentamente nascendo. Fra i programmi c’è quello di creare un centro culturale con biblioteca, archivio, spazio mostre permanenti e temporanee. Fra le grandi e piccole ambizioni ci sono un ciclo di conversazioni sulla storia antica e recente del quartiere. Per il sociale si prevedono iniziative di integrazione fra i tanti studenti cinesi che popolano il quartiere e i perugini. Quanto all’urbanistica, proporranno un progetto di risanamento della piazza di Monteluce, dove si dovrà di nuovo svolgere la famosa Festa di Monteluce ridotta ormai a una bancarella di cocomeri e che invece dovrà essere riscoperta. Rispetto ai progetti ambiziosi il Presidente della neonata associazione Massimo Duranti, insieme agli altri fondatori (Claudia Minciotti vicepresidente, Paolo Galmacci, segretario, Alessandro Polidori, tesoriere e Serena Cavallini consigliere hanno annunciato che è allo studio un grande evento) ha annunciato che sono allo studio iniziative per celebrare nel 2018 l’8° centenario della fondazione del Monastero delle Clarisse, da valutare con la Curia, la Parrocchia e ovviamente con le Clarisse di sant’Erminio, ma per la portata dell’evento, con le massime autorità regionali e comunali. Si tratta di riportare nella chiesa di Monteluce, per un periodo limitato, capolavori pittorici che non ci sono più come l’ “Incoronazione della vergine “del 1525 circa, pala di Giulio Romano e Giovan Francesco Penni, su originario disegno di Raffaello, requisita dai napoleonici nel 1797, esposta al Louvre, recuperata da Canova nel 1815, ma finita nella Pinacoteca vaticana, la cui predella è alla Galleria Nazionale dell’Umbria. Insieme, dovrebbe ritornare, prelevata a causa dei decreti di soppressione degli enti ecclesiastici dei primi dell’800, l’ “Adorazione dei pastori” di Bartolomeo Caporali, oggi alla Galleria Nazionale dell’Umbria. In galleria c’è anche un prezioso crocefisso, già di proprietà delle clarisse. Senza contare altri reperti di immenso valore artistico (pergamene, manoscritti, ecc.,) che ci riporteranno alla magnificenza del Convento di Monteluce. Questo tipo di evento, una importante ricomposizione e ricontestualizzazione, richiamerebbe migliaia di visitatori non solo dalla regione, ma turisti colti da tutto il paese e dall’estero.