Politiche 2018: il cuore d’Italia si è spostato a destra

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Politiche 2018: il cuore d’Italia si è spostato a destra.
Notte da incubo per il Pd Umbro che crolla ovunque

   

Una roccaforte che sembrava inespugnabile quella Umbra, da sempre fedele alla bandiera rossa, che ha sventolato fiera anche quando a livello nazionale le cose non andavano.

Una notte da incubo per la sinistra Umbra quella iniziata dopo la chiusura delle urne, una notte che sembra impedire al sole di sorgere sul Pd.

Una sconfitta epocale quella del Partito Democratico, che aveva iniziato a cedere già nel giugno 2014, quando l’acropoli perugina è stata espugnata da Andrea Romizi, candidato forzista, che ha sconfitto al ballottaggio il sindaco uscente Boccali.

Se nel 2013 il Pd in Umbria era al 32%, oggi si arresta al 25% e a nulla serve l’aiuto della sinistra più mancina di Liberi e Uguali: i due partiti infatti anche insieme non raggiungono il 30%.

Se la guerra è persa, non rimane al Pd neppure la consolazione per la vittoria di qualche battaglia: da nessuno dei cinque collegi uninominali sono difatti usciti trionfanti.

Vuoto anche il medagliere Umbro dei Pentastellati, che hanno però ottenuto un ottimo risultato sfiorando il 27% in entrambe le Camere, percentuale comunque al di sotto di quella nazionale.

Il cuore verde d’Italia si è spostato a destra. Il trend umbro conferma l’andamento nazionale: la Lega è il partito più forte della coalizione e ha raggiunto il 20.72% alla Camera, il 20.44% al Senato.

E’ record a Città di Castello, dove a capitanare la Lega c’è il tifernate Riccardo Augusto Marchetti, che ha raggiunto il 37% delle preferenze dei votanti.

Una disfatta epocale quella del Pd Umbro, che si è piegato all’avanzata della Lega e del Movimento di Grillo.

Alla sinistra Umbra non resta che riorganizzarsi in vista delle comunali di quest’anno e del 2019, col pensiero anche alle regionali del 2020 che sono alle porte.

I dati di questa tornata elettorale sono ben più che un campanello d’allarme per i Dem che in Umbria hanno sempre vinto senza troppo sudore e che da oggi però dovranno fare i conti con elettori che non si fidano più soltanto del colore e dei simboli ma guardano alla realtà.

Elena Sofia Baiocco