Perugia, Romizi faccia luce sulla gara per l’illuminazione pubblica

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Lo scorso settembre è terminato il censimento georeferenziato di tutti i componenti degli impianti di pubblica illuminazione, che ha evidenziato la necessità e l’urgenza di intervenire per migliorarne le caratteristiche dal punto di vista della sicurezza meccanica, della sicurezza elettrica, della sicurezza stradale e dell’efficienza energetica. Lo ricorda con un comunicato stampa il Pd di Perugia, che così prosegue: “A fronte, quindi, della necessità di assegnare ad un soggetto la gestione di tali impianti, il Comune di Perugia ha inoltrato nello stesso periodo richiesta all’aggiudicatario Citelum S.A. capogruppo mandataria di un R.T.I. con sede a Parigi di un apposito sopralluogo nell’ambito della convenzione CONSIP “Servizio Luce 3”, al fine di personalizzare la proposta dell’aggiudicatario, in base alle necessità dello stesso comune”. Ad ottobre è iniziata l’attività di sopralluogo da parte di Citelum, che ha poi trasmesso il Piano Dettagliato degli Interventi, con relativi preventivi di spesa, verbali e computi metrici tipologici. Le condizioni finali offerte dal fornitore sono: un contratto di 9 anni, con un valore dell’Ordinativo Principale di Fornitura (OPF) di € 32.248.027,62 (canone annuo stimato per il servizio luce per il Perimetro di Gestione di € 3.083.114,18 IVA esclusa; canone complessivo stimato del Servizio Luce per il Perimetro di Gestione di € 27.748.027,62 IVA esclusa; quota extra-canone prenotata dall’Amministrazione pari a € 4.500.000,00 IVA esclusa, cioè il 16.22% del canone complessivo).

“Quello che ci chiediamo – insiste al riguardo il Pd perugino – è se l’offerta personalizzata è stata preceduta da altre proposte pervenute al Comune di Perugia e, in caso, se sono state richieste le medesime personalizzazioni, se e che tipo di pubblicità è stata data dal Comune per un appalto di tale valore e quali sono state e se sono state rese pubbliche, eventualmente, le valutazioni e motivazioni di rigetto delle altre proposte sono state rese pubbliche”.

Questi sono soltanto alcuni dei dubbi che questa mattina, in occasione della seduta della commissione bilancio durante la quale è stata discussa la Preconsiliare della Giunta Comunale n. 131 del 21.12.2016 avente ad oggetto l’atto di indirizzo sull’organizzazione del servizio di gestione della pubblica illuminazione, Hanno spinto il gruppo Pd a chiedere, ed ottenere, il rinvio della pratica alla prossima seduta utile, “con la speranza che il Sindaco comprenda la questione e faccia chiarezza. Rinvio, forse, anche dovuto a causa di un certo nervosismo trai banchi della maggioranza”. Con la Preconsiliare di Giunta si propone al Consiglio Comunale di trasferire la gestione del servizio di pubblica illuminazione, comprensivo della fornitura di energia elettrica, dalla gestione in economia del servizio medesimo alla gestione mediante adesione alla convenzione Consip “Servizio luce 3”, secondo la proposta formalizzata dall’aggiudicatario Consip-Citelum S. A. nel Piano Dettagliato degli Interventi, che costituirà l’oggetto del contratto da stipulare e che la fornitura avrà una durata di nove anni. Ma non sono certamente gli unici interrogativi rimasti in sospeso. Infatti – si osserva ancora dal Pd – se si fosse provato ad affidare il Servizio al di fuori del metodo seguito fatto salvo che “gli affidamenti siano conseguenti ad approvvigionamenti da altre centrali di committenza o procedure di evidenza pubblica e che prevedano corrispettivi inferiori a quelli di cui alla convenzione CONSIP”, forse si sarebbero potuti ottenere benefici superiori per l’ente.

“Ci teniamo ad evidenziare – si dice ancoca nella nota – che, essendo l’aggiudicatario Citelum S.A. capogruppo mandataria di un R.T.I. con sede a Parigi, è evidente che provvederà a gestire tali impianti subappaltando i servizi ad aziende e ditte locali. A tal proposito, però, non sono specificati se sono previsti degli step temporali, come non sono state precisate quali sono, per esempio, le condizioni e le garanzie per le aziende locali oppure quale potere contrattuale hanno in una situazione di semplici sub appaltatori costretti ad accettare condizioni imposte da altri e da contendere ad altre aziende locali”.

Insomma, per il Pd non è detto che la procedura che il Comune intende seguire sia la migliore per la città. Infatti, non avendo dato evidenza pubblica, sono state tagliate fuori tutte le aziende locali che hanno comunque capacità tecnico-economiche-organizzative per offrire questo tipo di servizio. L’Associazione delle Piccole e Medie Imprese dell’Umbria aveva fatto specifica richiesta perché le aziende locali in generale, e le proprie associate in particolare, potessero essere chiamate quanto meno a confrontarsi con potenziali concorrenti. La Giunta Romizi ha, al contrario, optato per un non coinvolgimento delle ditte locali, lasciando che le stesse siano coinvolte solo parzialmente e comunque non nelle fasi di gestione e coordinamento delle attività.

“Riteniamo – è la conclusione – che questa scelta politica non contribuisca all’arricchimento del tessuto imprenditoriale umbro, confinando le aziende al solito ruolo di mere esecutrici, non ne valorizzi le competenze, non permetta alle aziende locali di confrontarsi anche con realtà imprenditoriali più grandi ma che sono alla propria portata. Di fatto l’Istituzione Pubblica non dovrebbe puntare solo al ribasso economico, ma dovrebbe anche impegnarsi per permettere alle aziende di crescere e di sviluppare lavoro e attività produttive del territorio, altrimenti saranno sempre e solo le ultime ruote del carro, senza possibilità di creare ricchezza economica e intellettuale”.