Perugia: protesta degli studenti contro le tasse universitarie

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Perugia: protesta degli studenti contro le tasse universitarie. Petizione firmata da 500 universitari “A causa della crisi non possiamo permetterci gli studi”

   

Con uno striscione appeso mercoledì 27 maggio davanti al Rettorato dell’Università degli Studi di Perugia, gli studenti universitari hanno protestato per la mancata risposta del rettore e delle istituzioni universitarie dopo la richiesta di esonero dalla terza rata delle tasse universitarie presentata attraverso una petizione promossa dal Fronte della Gioventù Comunista (Fgc). Sono stati, infatti, quasi 500 gli studenti di Perugia che hanno firmato per richiedere l’abolizione della rata primaverile, così che l’università venisse incontro ai bisogni degli studenti facendosi carico delle spese e garantendo così il diritto allo studio.

“La lettera mandata al rettore, con relativa richiesta di incontro – fanno sapere dal Fgc di Perugia –, pare però essere rimasta inascoltata. Ecco perché, nella giornata di mobilitazione nazionale studentesca contro il fallimento della Didattica a distanza e le misure insufficienti stanziate per gli studenti e gli universitari in questo momento di crisi sanitaria, giovedì 28 maggio, convochiamo un presidio per il diritto allo studio in piazza del Bacio, alle ore 10.30, sotto gli uffici della Regione Umbria”.

Nella petizione del Fgc si legge:

“Sono molti gli studenti che per potersi permettere gli studi universitari devono contemporaneamente lavorare, la maggior parte delle volte in condizioni di assoluta precarietà o in nero, e che a causa di questo periodo sono rimasti disoccupati. Allo stesso modo saranno moltissime le famiglie degli studenti che al termine dell’emergenza dovranno pagare il costo della crisi che ne seguirà: le misure in deficit, l’incremento del debito pubblico, saranno scaricati sulle classi popolari con nuove politiche di austerità”. Per il Fgc “ritardare il problema non è la soluzione: è necessario eliminarlo alla radice. Non accettiamo che l’Università degli Studi di Perugia, esattamente come il sistema universitario in generale, si comporti come un’azienda che deve preservare il proprio bilancio invece che pensare alla salvaguardia dei propri studenti”.