Perugia: le cerimonie del 2 giugno

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Perugia: le cerimonie del 2 giugno. Romizi: “Come 75 anni fa occorre rinnovare lo sforzo di ricostruzione morale e materiale, con spirito di collaborazione incondizionata”

   

Nel corso della cerimonia del 2 giugno che si è svolta, questa mattina, ai Giardini del Frontone, alla presenza, tra gli altri, del Prefetto Armando Gradone, della Presidente della Giunta regionale Donatella Tesei, del Vice Presidente della Provincia di Perugia Sandro Pasquali, del Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo della Diocesi di Perugia e Città della Pieve, di alcuni parlamentari, del Presidente dell’Assemblea legislativa regionale, nonché di numerosi sindaci della provincia, autorità civili e militari, il Sindaco Andrea Romizi ha ricordato il contributo di Perugia alla nascita della Repubblica e ha ribadito la necessità, oggi come 75 anni fa, di uno sforzo di ricostruzione morale e materiale della società, con un rinnovato spirito di collaborazione incondizionata. Romizi ha anche ribadito la necessità che ogni cittadino, oggi come allora, si faccia artefice di questa fase di vita nuova, guardando con speranza al futuro, grazie anche alle opportunità di sviluppo e modernizzazione del nostro paese, previste in un quadro di cooperazione europea.

Queste le parole del Sindaco:

“Ringrazio il Signor Prefetto Armando Gradone per aver voluto festeggiare la nostra Repubblica in un luogo a noi così caro come gli storici Giardini del Frontone, con il settecentesco Anfiteatro dell’Accademia dell’Arcadia, con l’arco in travertino sormontato dal Grifo, disegnato da Baldassarre Orsini, a cui, nel 900, furono aggiunte le sei statue raffiguranti l’Arte e le sue Muse, peraltro, tutti beni restaurati grazie alla generosità dei nostri concittadini, con Art Bonus. Trovarsi qui, al cospetto del monumento al XX Giugno, simbolo del desiderio di libertà dei perugini, assume un significato speciale, che tiene insieme il ricordo del passato, la riflessione sul presente e lo sguardo verso il futuro. 75 anni fa nacque ufficialmente la Repubblica italiana, un evento spartiacque: ci si lasciò alle spalle la dittatura, la guerra con le sue macerie ancora fumanti, con una forte volontà di ricostruzione. Si tornò alla democrazia e si approdò alla repubblica. In quei giorni, infatti, si tennero contemporaneamente le elezioni per il referendum istituzionale e quelle per la composizione della Costituente. Per la prima volta, la società italiana viveva l’esperienza del suffragio universale maschile e femminile. Fu una campagna elettorale all’insegna della libertà, con il ritorno ai comizi e alla partecipazione. Anche Perugia dette il suo contributo alla Costituente e alla Repubblica, largamente premiata alle urne con circa il 70% dei perugini che si espressero a favore. Occorre ricordare anche un importantissimo passaggio che anticipò e preparò il referendum istituzionale: le prime elezioni amministrative per il ristabilimento delle amministrazioni municipali dopo il fascismo. Perugia andò al voto il 7 aprile 1946, precedendo molte altre città italiane, e fu per la nostra città una cesura storica estremamente significativa. In occasione della prima seduta del consiglio comunale, l’allora sindaco Ugo Lupattelli, tra i protagonisti della ripresa democratica della città, invitò tutti gli eletti, con parole molto attuali, a una collaborazione incondizionata per il solo bene della città. Ricordo lo scorso 2 giugno: ci lasciavamo alle spalle la prima d’ondata della pandemia. Da allora le nostre comunità hanno dovuto affrontare una seconda e terza ondata, con una ulteriore, terribile prova. Oggi, grazie alla campagna di vaccinazione in corso, alla ripresa delle scuole e a una graduale ripartenza delle attività economiche, sociali e culturali, possiamo guardare al prossimo futuro con rinnovata fiducia. In questo 2 giugno avvertiamo fortissimo il ricordo struggente e la mancanza delle persone scomparse a causa del coronavirus, oltre 1000 persone nella sola nostra provincia. Ci stringiamo alle famiglie alle comunità locali che hanno sofferto per questa grave perdita. Accanto a tanto dolore avvertiamo però una crescente volontà di ripresa e rinascita, con un pensiero speciale e un’attenzione particolare ai nostri piccini, ai giovani, a tutti i ragazzi. A distanza di 75 anni, quello sforzo di ricostruzione morale e materiale si deve rinnovare e occorre ricorrere a quello spirito di collaborazione incondizionata, valido allora e oggi, in questa fase delicata ma al tempo stesso carica di speranza, con anche le opportunità previste in termini di pianificazioni e investimenti a livello europeo, in una prospettiva di necessario sviluppo e modernizzazione del nostro paese. Come 75 anni fa ognuno di noi è chiamato a farsi artefice di questa fase di vita nuova nel segno di quella sostanziale unità morale invocata dal Presidente della Repubblica Mattarella nel suo discorso del 2 giugno 2020, che oggi come allora ha saputo tenere uniti gli italiani, facendo della Repubblica la casa di tutti, sulla base dei valori di libertà, di pace e di democrazia.”

Alla cerimonia, nel corso della quale è stato letto il messaggio del Presidente della Repubblica ai Prefetti d’Italia, ha preso parte anche l’Orchestra di Città di Castello diretta dal Maestro Battistelli.