Perugia 1416: Stefano Vinti: “la festa di Perugia è il 20 giugno”

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“Scomposte e sopra le righe”. Così Stefano Vinti definisce le critiche mosse all’assemblea dell’associazione ‘La città di tutti’ dall’assessore alla cultura del Comune di Perugia Maria Teresa Severini. “Ho partecipato, in quanto cittadino di Perugia – ha aggiunto Vinti –, all’incontro di venerdì 4 marzo sulla questione della rievocazione storica della battaglia di Sant’Egidio del 1416. Ho partecipato interessato per capire il senso storico e culturale di questa iniziativa proposta dall’amministrazione comunale di Perugia. Gli interventi dei relatori, in gran parte tra gli storici più famosi e conosciuti di Perugia come Baronti, Bartoli Langeli, Bracco e Grohmann, hanno dato un contributo serio e utile per la comprensione dei fatti storici e dei processi che si sono avviati con la vittoria di Braccio Fortebraccio da Montone sulle truppe perugine guidate da Carlo I Malatesta nel 1416”.

“La reazione dell’assessore Severini – prosegue Vinti – lascia intendere che il problema non è vestirsi o meno da ‘bucciotti’ l’11 e il 12 giugno quanto piuttosto politica. Non vorrei che il 12 giugno diventasse la festa della città che sostituisce il 20 giugno. La sconfitta del ‘libero comune’ da parte del grande capitano di ventura Braccio Fortebraccio, esiliato dal governo popolare dei Raspanti, indica la supremazia di un modello politico del 1416 basato sull’uomo solo al comando. Contrapposto alle liberazioni del 20 giugno 1859 e del 1944 dai poteri dispotici dei papalini e dei fascisti sulla città. Questo è il punto e da qui occorre ripartire: criticando modi e forme della costituzione dell’associazione 1416, che gestisce l’evento, e la natura politica della rievocazione stessa e allo stesso tempo rilanciando e facendo vivere la data del 20 giugno come la vera rifondazione della Perugia moderna e democratica”.

“Sono un appassionato di storia – ha spiegato Vinti – e, negli anni, ho avuto modo anche di ricordare alle nostre amministrazioni locali i vuoti che colpiscono la memoria storica cittadina. Rimozioni come quella che ha colpito Gaio Vibio Treboniano Gallo, l’imperatore di Roma nato a Perugia nel 206, della famiglia dei Vibi, che dopo una straordinaria carriera politica, senatore, console e governatore della Mesia, salì al trono imperiale nel 251 fino a quando fu ucciso a tradimento, a Terni, nel 253. Di lui la maggior parte dei perugini ignora l’esistenza, al pari delle istituzioni cittadine, e non ve ne sarebbe traccia se la Provincia di Perugia, nel 2013, non gli avesse intitolato una sala della Rocca Paolina. Una rimozione di tutta la nostra storia romana, per altro, assolutamente incomprensibile, così come è appena valorizzata l’origine etrusca della città e quasi ignorata se non fosse per la manifestazione Velimna di Ponte San Giovanni”.