Per le imprese dell’Umbria un futuro meno “bancocentrico” e più mercato

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Da tre anni i prestiti delle imprese continuano a calare del 2% su base annua ma, nel primo trimeste di quest’anno, la Banca d’Italia ha registrato dati in controtendenza (+4,5%), sintomo che qualcosa sta cambiando.

I miglioramenti però, come ha spiegato nel suo intervento l’esponente della Banca centrale, non riguardano indiscriminatamente tutto il sistema produttivo, ma toccano solo le realtà più solide (imprese di grandi dimensioni, esportatrici e poco indebitate), mentre le realtà più fragili (le piccole imprese e quelle dipendenti dal mercato interno e maggiormente indebitate) continuano a soffrire.

Sono alcuni degli spunti emersi durante il convegno “Finanza per la Crescita: le nuove opportunità per le imprese” che si è svolto nella sede di Confindustria Umbria a Perugia. Protagoniste imprese, banche e Istituzioni finanziare riunite per confrontarsi sulla sfida dello sviluppo a fronte delle profonde trasformazioni ed alle criticità del sistema creditizio.

Un evento che ha rappresentato una delle tappe del roadshow nazionale, organizzato da Confindustria e Cassa Depositi e Prestiti e che ha visto la presenza di autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale e finanziario: Vincenzo Boccia, vicepresidente di Confindustria con delega al Credito e Finanza, Andrea Novelli, direttore generale di Cassa Depositi e Prestiti, Luca Tacconi, presidente della Sezione di Perugia di Confindustria Umbria, Paolo Finaldi Russo, del Servizio stabilità finanziaria Banca d’Italia,Francesco Pacifici della Segreteria Tecnica del Ministro dello Sviluppo Economico, Alessandra Bechi, responsabile Tax & Legal e Affari Istituzionali Aifi, Pietro Buzzi, presidente Commissione Regionale Umbria ABI e Luigi Rossetti, coordinatore Area Impresa Lavoro e Istruzione Regione Umbria. Il workshop è stato moderato da MassimoSbardella, giornalista del quotidiano Il Giornale dell’Umbria.

“Negli ultimi due mesi – ha sottolineato Tacconi nell’intervento di apertura – abbiamo registrato, soprattutto tra aziende più strutturate ed esportatrici, dei segni di ripresa che contiamo possano diventare più consistenti. Senza dubbio il credito rappresenta un aspetto importante per consolidare la ripresa, soprattutto di fronte alla necessità di sostenere e accelerare gli investimenti privati, soprattutto nel settore manifatturiero. Le cause della difficoltà a reperire le necessarie fonti di copertura finanziaria, a costi accettabili, sono molteplici, ma in gran parte convergono sulla disfunzione endemica caratteristica del nostro sistema economico e finanziario: il banco-centrismo.

Tale condizione, in questo momento complicato per il sistema bancario, si rivela una vera criticità, il vero gap che ci divide dal resto del mondo occidentale, in cui gli strumenti di finanziamento non bancari hanno una diffusione molto più marcata e tradizionale”.

A sottolineare la troppo stretta dipendenza delle imprese dal credito bancario è stato anche Paolo Finaldi Russo del Servizio Stabilità Finanziaria della Banca d’Italia che ha evidenziato come la debolezza finanziaria delle imprese, soprattutto pmi, sia causatata da alcuni fattori ricorrenti: il basso livello di calitalizzazione, rispetto al confroto internazionale e il peso dell’indebitamento bancario. È prorpio infatti la struttura diversificata di finanziamento, unita alla propensione all’export e al più contenuto indebitamento, che ha permesso alle imprese più strutturate di affrontare le difficoltà legate allo shock macroeconomicho di questi ultimi anni.

La sfida sta quindi nell’affiancare al credito bancario, forme alternative in grado di soddisfare con maggiore efficacia le esigenze finanziarie aziendali. “Anche su questo fronte dobbiamo aprirci a logiche e strumenti finanziari più attuali – ha aggiunto Tacconi – ammettendo che la cultura della finanza alternativa non sia mai appartenuta al sistema produttivo umbro, essendo costituito da tante piccole e medie imprese. “Tuttavia la dimensione aziendale non deve essere più un alibi che ci impedisce di fare finanza di impresa con strumenti nuovi. In quest’ottica, è nostra intenzione perseguire una campagna informativa e formativa per le imprese associate ed i loro collaboratori. Il tutto relazionandoci con i maggiori soggetti di riferimento, a partire da Confindustria nazionale, Aifi, Sace e altri”.

Andrea Novelli, Direttore Generale di Cdp ha illustrato gli strumenti messi a disposizione da Cassa Depositi e Presiti per supportare l’accesso al credito delle Pmi. Con la nuova piattaforma imprese Cdp ha esteso il proprio supporto, oltre che alle Pmi, anche alle imprese mid-cap, alle reti di impresa ed alle imprese esportatrici abituali. In Umbria tale sostegno ha riguardato 1400 imprese per un totale di circa 215 milioni di euro di finanziamenti, anche questi intermediati dalle banche, pari all’1,5% dei volumi erogati a livello nazionale.

Il lavori sono stati conclusi dal vice presidente di Confindustria Vincenzo Boccia che si è soffermato soprattutto sul ruolo svolto da Confindustria per il raggiungimento del recente accordo sul credito e la Moratoria dei mutui sottoscritto tra Abi e Associazioni imprenditoriali che prevede una nuova riapertura dei termini della Moratoria nel pagamento delle rate di mutuo da parte di imprese e famiglie. “E’ stato un accordo difficile – ha detto – ma alla fine voluto da tutti, in quanto fondamentale per l’uscita dall’emergenza in questa fase così delicata della storia economico-finanziaria del nostro Paese”.