Pastorelli: “L’Umbria tra le prime per la prevenzione sanitaria”

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“Attivate nuove strumentazioni negli ospedali”

   

“L’Umbria è tra le prime regioni in Italia nell’ambito della prevenzione sanitaria.

Per l’ennesima volta sono i numeri e i dati reali a smentire le bugie della sinistra”.

Così il capogruppo all’Assemblea legislativa Stefano Pastorelli a nome dei consiglieri regionali del gruppo Lega.
“La fondazione Gimbe – sottolinea – premia nuovamente l’Umbria: dagli studi svolti circa la resilienza dei servizi sanitari regionali nell’anno dello scoppio della pandemia, risulta infatti che la nostra regione è tra le prime in Italia per l’area della prevenzione”.
“Le analisi – prosegue Pastorelli – sono state svolte a seguito della pubblicazione da parte del ministero della Salute del monitoraggio, con i nuovi criteri, della griglia Lea attraverso il nuovo sistema di garanzia che ha collocato l’Umbria tra le regioni italiane ad aver superato la soglia di sufficienza per quanto riguarda l’assistenza territoriale e ospedaliera e ad aver ottenuto un buon risultato circa la prevenzione. Dati scientifici, numeri esatti, a supporto di analisi approfondite che si contrappongono alle speculazioni politiche della sinistra e del Pd sul tema della gestione sanitaria in Umbria e sottolineano l’importante lavoro svolto dell’assessore regionale Luca Coletto, in sinergia con aziende sanitarie e ospedaliere anche sul tema della prevenzione che rappresenta una sorta di importante ‘farmaco'”.
“Fare buona prevenzione – rimarca il capogruppo di maggioranza – significa infatti prevenire l’insorgenza di condizioni patologiche, ridurre l’incidenza delle malattie e la mortalità, favorire il mantenimento del benessere e della qualità della vita, diminuire gli accessi in ospedale e nei pronto soccorso.
Come Lega esprimiamo soddisfazione sia per i risultati raggiunti in Umbria nel contrasto alla pandemia e nell’area della prevenzione, premiati dal ministero della Salute e dalla fondazione Gimbe, sia per quello che si sta facendo oggi per potenziare le performance diagnostiche e la risposta alle liste di attesa, un problema annoso esistente in Umbria da prima del 2019 e aggravatosi con lo scoppio della pandemia nella nostra regione come nel resto d’Italia”