Trent’anni fa ad Assisi la prima assemblea nazionale delle cooperative sociali; trent’anni dopo, ancora nella città serafica, il lancio della sfida per inseguire il sogno di un welfare veramente a misura di cittadino, non solo come aiuto alla vita di ognuno, ma anche quale fonte di occupazione certa e risposta concreta alla crisi più nera della storia contemporanea italiana. La due giorni, intitolata “Trent’anni nel futuro”, che al Teatro Lyrick ha celebrato appunto il trentennale di Federsolidarietà, una tra le Federazioni più attive e partecipate tra quelle aderenti a Confcooperative, potrà essere ricordata come una pietra miliare della cooperazione sociale del futuro. Più di mille i cooperatori arrivati da tutta Italia, spinti dalla voglia “non tanto di fare festa, ma di presenziare ad un autentico laboratorio di partecipazione e di rilancio motivazionale in cui gli operatori sociali possano rafforzare i propri sentimenti di coesione e solidarietà”, come ha sottolineato il presidente di Federsolidarietà nazionale, Giuseppe Guerini. A fare gli onori di casa il presidente di Confcooperative Umbria, Andrea Fora, e il presidente regionale di Federsolidarietà, Carlo Di Somma, capaci con il proprio staff, e in coordinamento con la struttura nazionale, di mettere in piedi una macchina organizzativa non facile vista la portata dell’evento, ma sicuramente perfetta alla resa dei conti, sintomo di un gruppo coeso e fortemente ispirato ai valori propri della cooperazione. Un modello, quello umbro, ampiamente riconosciuto nella sua bontà tra gli altri dal presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, che ha elogiato “gli sforzi compiuti non solo in occasione dell’evento, ma più in generale di fronte alle tante emergenze che forse più che in altre regioni si sono dovute affrontare”. Un modello quello di Federsolidarietà Umbria che con oltre 100 cooperative sociali e forte di più di 3000 soci e socie ben si inserisce nel positivo trend che complessivamente sul territorio nazionale ha visto negli ultimi sei anni la creazione di venti nuovi posti di lavoro e l’istituzione di una cooperativa al giorno, fino ad arrivare complessivamente a 6.200 cooperative sociali (il 67,2% di tipo A e il 32,8% di tipo B, 252 sono i consorzi), di cui 2.400 dal 2008 al 2014 e 194 solo nei primi cinque mesi del 2015. Con un fatturato aggregato di 6,4 miliardi di euro, 227.000 occupati (di cui 17mila persone svantaggiate nelle cooperative sociali di tipo B) e 222.500 soci compresi 24.000 volontari e 5.800 persone giuridiche di cui circa 4.500 soci finanziatori che investono risorse nel welfare sviluppato dalle imprese cooperative, Federsolidarietà può dunque rilanciare con forza i propri valori, puntando su parole d’ordine quali solidarietà e legalità e su un lavoro congiunto con la Pubblica Amministrazione per combattere la corruzione al fine di garantire un mercato trasparente nell’affidamento dei servizi dal settore pubblico che premi il merito e tuteli la cooperazione sociale autentica. Da qui la stesura di un codice etico, denominato “Carta di Assisi” che in nove punti riassume valori e necessità imprescindibili (a partire dalla vigilanza sul sistema degli appalti e da forme di rendiconto sociale) per il welfare del futuro.