Onnis: “Abbiamo lavorato in un clima di guerra, ma ne usciremo”

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Foto: Corriere dell'Umbria

Onnis: “Abbiamo lavorato in un clima di guerra, ma ne usciremo”. Il commissario straordinario dell’Azienda Ospedaliera di Perugia fa il punto della situazione

“Abbiamo lavorato per diverse settimane in un clima di guerra, che ora si sta calmando, ma anche in piena emergenza tutto è andato bene, grazie soprattutto alle sinergie attivate e sono convinto che usciremo da questa vicenda, come comunità, tutti un po’ migliori e più attenti”

   

Lo ha detto il commissario straordinario dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Antonio Onnis. Nel corso di una videoconferenza stampa con il resto della direzione aziendale ha fatto il punto sullo stato dell’arte dell’attività svolta e delle iniziative adottate nell’attuale fase di emergenza da coronavirus. Un “clima di guerra” che, per Onnis, poteva portare a “molti più morti e feriti”. Proprio per questo, ha sottolineato il commissario, “è importante valutare il supporto che anche in questo senso quanto l’ospedale ha dato”. Ha ringraziato poi tutti i professionisti dell’azienda, parlando di “una dedizione fuori dal normale”, senza dimenticare tutto il personale sanitario, tecnico e amministrativo

“con i quali – ha sottolineato – abbiamo gestito situazioni, per le quali in momenti normali ci sarebbe voluto molto più tempo, con una rapidità e con una efficacia che credo si possa dire mai vista in ambiti sanitari anche a livello nazionale”.

Una vicenda di carattere eccezionale che secondo un fiducioso Onnis

“deve portarci ad avere la forza, anche come comunità umbra nelle sue varie articolazioni, per provare a fare di questo evento una opportunità, fare patrimonio di una lezione che umilmente dovremo imparare. Ci è caduto addosso uno tsunami a cui nessuno era preparato ma per il futuro dobbiamo essere più attrezzati”.

Onnis ha ricordato quindi anche le “enormi” sinergie che si sono attivate in Umbria in questi ultimi due mesi, “con un supporto determinante alle nostre azioni” ha commentato.

“Mi auguro – ha affermato – che questo patrimonio di sinergie attivate e di lavoro comune, che ha reso tutto meno difficile, diventi tale anche per il futuro e non vada disperso e aiuti la sanità regionale e i suoi percorsi virtuosi”.

Il commissario ha citato la Protezione vivile, la Regione Umbria e le altre istituzioni e tutti gli altri pezzi del sistema sanitario e dell’azienda ospedaliera regionale fino ai servizi territoriali.

“Con l’università – ha osservato – scesa in campo con grandissime potenzialità si è realizzata nei fatti una integrazione tra assistenza e ricerca”.

Ha ringraziato quindi per questa “coralità nell’affrontare i problemi” tutta la comunità umbra compresi anche i cittadini, le associazioni e il mondo dell’informazione, evidenziando che è stato superato anche il mezzo milione di finanziamenti. Passando ai numeri è stato infine spiegato che l’ospedale è passato da 782 (pre-Covid) a 683 (attuali) posti letto. Sono stati 384 i pazienti ammessi finora con diagnosi o sospetto coronavirus. Rimodulate anche le aree assistenziali: 16 i posti letto in più di terapia intensiva (29 totali), 65 le aree Covid positivi e 31 le aree determinazione diagnostica Covid. Le azioni che hanno riguardato il personale hanno visto le assunzioni di ruolo di 52 operatori (medici, infermieri, dottori di ricerca e altre figure), la stabilizzazione di 58 operatori, la formazione a distanza su emergenza Covid di 1.600 operatori e 106 operatori in smart working.