Oltre 600 agronomi e forestali arrivano a Perugia

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Sono oltre 600 i dottori agronomi e forestali arrivati a Perugia per il XVI Congresso Conaf (Consiglio dell’Ordine Nazionale dei dottori Agronomi e Forestali) che si tiene nel capoluogo umbro fino a sabato 8 luglio Una quattro giorni di relazioni, studi e analisi al servizio del Paese con l’obiettivo di incidere in maniera concreta sulla ricostruzione delle aree colpite dai recenti terremoti. Una riflessione sulle nuove modalità di utilizzo del suolo e del paesaggio e sulla programmazione degli interventi e delle attività dell’uomo che non può essere più rimandata alla luce dei recenti disastri. Esempi di ricostruzione possibile che tengono insieme tutela dell’ambiente e sviluppo economico. Oltre 600 tra professionisti esperti e ricercatori si confronteranno sui modelli di gestione e sviluppo agricolo e forestale. Un congresso che non poteva che mettere al centro delle sessioni la gestione dell’Appennino centrale in un’ottica di progettazione condivisa della ricostruzione. Ad aprire i lavori di mercoledì 5 luglio una sessione pomeridiana, condotta da Rosanna Zari, vicepresidente Conaf, dedicata alle voci e ai pensieri delle comunità con gli interventi, tra gli altri, di Nicola Alemanno, sindaco di Norcia. Il confronto vedrà presente anche la politica: sono previsti gli interventi del Ministro per le politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina e del Viceministro Andrea Olivero. Interverranno anche gli agronomi ed Europarlamentari Erbert Dorfmann e Paolo De Castro e Catiuscia Marini, Presidente della Regione Umbria. Come ha spiegato nel corso della conferenza stampa Andrea Sisti, presidente nazionale Conaf:

“Da umbro sono ben consapevole delle implicazioni sociali ed economiche che i recenti fatti legati al terremoto hanno causato e anche per questo abbiamo scelto l’Umbria, Perugia e il centro Italia come sede dei lavori del XVI Congresso, che ha come temi la ricostruzione e la gestione dei territori. Lo sviluppo rurale, l’agricoltura e la gestione del paesaggio sono aspetti che sempre più vanno analizzati e programmati nel loro complesso, non più come capitoli separati. La prevenzione e la gestione dei disastri passa da una coprogettazione completa dell’intero territorio”.

I DATI UMBRI – Come ha spiegato nel corso della conferenza stampa Stefano Villarini, presidente Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della Provincia di Perugia:

“In Umbria sono oltre 700 gli iscritti all’Ordine regionale, di cui il 55% liberi professionisti. Siamo una regione molto attrezzata da questo punto di vista con professionalità diffuse su tutto il territorio e nelle province di Perugia e Terni”.

Alla conferenza stampa ha partecipato anche Francesco Tei, Direttore del Dipartimento di Agraria di Perugia, una delle sedi del Congresso, che ha ribadito la necessità di riprogettare, anche grazie alle professionalità di agronomi e forestali, la zootecnia e l’agricoltura nel rispetto della vocazione del territorio caratterizzato da un paesaggio a forte prevalenza collinare e da zone montuose in grado di dare rislutati interessanti a patto che le aziende siano ben attrezzate ed operino in un ottica multifunzionale, anche legata alle tipicità e al turismo.

CENA DI BENEFICENZA A NORCIA – Sono stati raccolti 12.000 € grazie alla cena di beneficenza che si terrà il 6 luglio a Norcia con le eccellenze gastronomiche delle regioni colpite dal terremoto.I fondi saranno devoluti alla ricostruzione.

NUOVE PROFSSIONI – Tra i tavoli di discussione ci sarà anche quello relativo alle nuove professioni legate al mondo agricolo. Nell’ultimo decennio, sono aumentati i giovani in agricoltura, per cui anche il professionista si trova a operare in un ambiente più stimolante verso le innovazioni, la ricerca e le tecnologie. Nel 2016, sono state create più di dodicimila startup agricole, con i proprietari che hanno una età media che varia tra i venticinque e i trent’anni. La crisi ha riavvicinato i giovani all’agricoltura, ma con un approccio diverso rispetto alla generazione passata. Tra le nove professioni c’è sicuramente quella dell’innovation broker. Come spiega Andrea Sisti, presidente Conaf:

“Nelle università e nei centri di ricerca italiani e stranieri ogni giorno vengono fatti studi e analisi che possono migliorare il modo in cui gli agricoltori fanno il loro lavoro. Spesso però l’innovazione rimane nel cassetto perché manca il trasferimento di conoscenze dal mondo della ricerca al campo. Da questo punto di vista il consulente può essere quel ponte in grado di rendere il settore primario italiano innovativo e dunque competitivo”. In questo contesto, prosegue, la figura professionale del dottore agronomo e del dottore forestale, assume il ruolo centrale di facilitatore, spesso in conflitto tra il mondo della ricerca e quello delle professioni, realtà entrambe che possono intravedere nella nostra categoria le giuste e competenti figure professionali a supporto del dialogo con le imprese agro-silvo-pastorali e con gli enti pubblici”.