Occupazione in Umbria: “Dati positivi che certificano l’avvio della ripresa”

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“Gli ultimi dati positivi su occupazione e crescita, turismo e produzione industriale, dimostrano che anche l’Umbria si è rimessa in moto e tiene il passo delle regioni del Nord Italia”. Ad affermarlo è il vice-presidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, che ha sottolineato come “questi numeri certificano l’avvio della ripresa economica evidenziata a livello nazionale anche dai segnali positivi del PIL e della maggior della fiducia riscontrata nei consumatori. In particolare,- ha affermato Paparelli –  l’occupazione regionale nel secondo trimestre del 2015 ha registrato una crescita assai marcata, molto vicina alle performance di Liguria, Marche e Piemonte, che ha toccato quota 358.000 unità, ben 13.000 posti al disopra del livello dell’analogo trimestre del 2014, con una crescita di 3.000 unità rispetto al precedente trimestre. Grazie a tale forte crescita il livello attuale risulta di sole 4.000 unità più contenuto di quello pre crisi (II trimestre 2008) e nel contempo il bilancio dall’inizio dell’anno risulta positivo per ben 9.000 unità. La crescita registrata in Umbria (+3,7%) risulta essere la seconda più elevata del Paese (dopo la Basilicata +4,1%) ben superiore alla media nazionale (+0,8%), nonché delle regioni centrali (+0,7%) e del nord del Paese (+0,2%)”. A seguito di tali dinamiche il tasso di occupazione umbro è così risalito al 63% facendo registrare la crescita più marcata del Paese (+2,7 punti) e portandosi così a soli 1,5 punti dal valore pre crisi; grazie a ciò esso ora supera nettamente il dato medio nazionale (56,3%) e quello medio del Centro (61,3%,) ed accusa un gap inferiore a 2 punti da quello del Nord (64,8%). Come nei precedenti trimestri, la crescita ha riguardato solo l’occupazione alle dipendenze (263.000, +13.000) il cui livello attuale ora dista meno di 3.000 unità da quello del secondo trimestre 2008; stabile la componente autonoma (95.000). A generare la crescita occupazionale sono stati i servizi che hanno raggiunto il massimo storico a quota 175.000 (+9.000 rispetto al II trimestre 2014) ma un importante contributo è venuto dal manifatturiero (75.000, +6.000) e dalle costruzioni (24.000, +2.000) che hanno fatto registrare una inversione di tendenza dopo anni di forti perdite, sebbene il livello resti ancor lontano da quello pre crisi (rispettivamente di 11.000 e 8.000 unità). Stabile l’occupazione del commercio, alberghi e ristoranti (74.000). Il tasso di disoccupazione è ora pari al 9,8%, un valore di pochi decimi inferiore a quello che si registrava nel secondo trimestre 2014 (-0,4 punti) ma fortemente in calo rispetto al dato del precedente trimestre (12,5%); il dato umbro risulta ora inferiore alla media nazionale (12,1%, -0,1 punti) e della ripartizione di appartenenza (10,7%, +0,1 punti) e dista circa 2 punti dalla media del Nord (7,9%, -0,3 punti). E’ significativo che nella graduatoria nazionale l’Umbria occupa il 9° posto per presenza di occupazione e il decimo per la minor presenza di disoccupazione; grazie alla performace dell’ultimo trimestre l’Umbria ha quindi riguadagnato una posizione rispetto al recente passato e, cosa ancor più importante, ha ridotto sensibilmente la distanza rispetto alle regioni che la precedono. La ripresa dell’occupazione sta favorendo sia gli uomini (200.000, +6.000) che le donne (158.000, +7.000); per quest’ultime il livello occupazionale è così tornato prossimo a quello pre crisi mentre per gli uomini continua ad essere più contenuto (-4.000). La crescita per entrambi i sessi ha riguardato unicamente la componente alle dipendenze (140.000 per gli uomini e 124.000 per le donne, con una crescita rispettivamente di 5.000 e 9.000 unità); di contro la componente autonoma è rimasta stabile a quota 60.000 per gli uomini ed è calata di 1.000 per le donne (35.000). La crescita dell’occupazione femminile è stata prodotta dai servizi ed in minor misura dal manifatturiero; quella maschile è stata prodotta da tutti i settori extra agricoli. “Siamo dunque di fronte a dati incoraggianti – ha aggiunto il vicepresidente Paparelli – che dovranno essere sostenuti da politiche innovative in grado di consolidare e incentivare il lavoro attraverso una forte spinta alla qualificazione del sistema economico regionale. Lo faremo  anche con la ridefinizione di nuove politiche su credito e formazione e con nuove modalità di impiego di fondi pubblici atte a favorire e premiare la competitività delle nostre imprese attraverso un percorso esclusivamente orientato a riconoscerne il valore e il merito. Puntare su innovazione e ricerca come strumenti concreti di cambiamento e semplificazione della vita dei cittadini in grado, soprattutto, di valorizzare in primis il lavoro. Porremo al centro della leva dello sviluppo l’identità umbra e le nostre risorse territoriali – ha concluso Paparelli – perché è necessario distinguersi per competere a livello globale, lavorando su di una internazionalizzazione che valorizza efficacemente le filiere produttive di qualità”.