Nuovi italiani, a Magione quasi 150 cittadinanze riconosciute in due anni

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Sono state 142 le persone straniere che nel biennio 2015 e 2016 si sono presentate davanti al sindaco del Comune di Magione per il riconoscimento della cittadinanza italiana conferita dal Presidente della repubblica tramite le prefetture. Un variegato campionario di culture e nazionalità diverse che vede in maggioranza la presenza di cittadini originari dal Marocco (49) e dall’Albania (47). Seguono famiglie provenienti da: Macedonia (14), Nigeria (6), Camerun (6), Giordania (4), Ecuador (3), Moldavia (3), Costa d’Avorio (2). Casi singoli per India, Cuba, Algeria, Perù, Regno Unito, Bulgaria, Romania, Iraq.

«La cittadinanza italiana – spiegano dall’ufficio di stato civile del comune che accoglie le domande e ne segue l’iter – è accordata in base al periodo di soggiorno continuato nel territorio italiano che è di quattro anni per stranieri provenienti da paesi comunitari e almeno dieci anni per chi proviene da paesi extracomunitari. Acquisiscono la cittadinanza anche i minorenni che sono figli conviventi del genitore neo cittadino: in questi due anni sono stati circa sessanta i minori che hanno avuto accesso a questa possibilità. Si può inoltre ottenere al compimento dei diciotto anni, ed è stato il caso di un algerino, se si è nati e vissuti in Italia fino alla maggiore età».

«Per tutti – raccontano – è un momento di grande emozione. La maggior parte, dopo gli oltre dieci anni di permanenza in Italia, è ben integrata nel territorio tanto che non mancano casi in cui si arriva davanti al sindaco accompagnati da amici magionesi che vogliono condividere la conclusione di un percorso che pone fine al continuo rinnovo dei permessi di soggiorno e apre la possibilità di potersi muovere con più libertà all’estero. In un caso l’acquisizione della cittadinanza è avvenuta anche alla presenza del datore di lavoro dell’azienda di Magione in cui il neo cittadino lavora da molti anni. In genere, quando è possibile, la cittadinanza italiana – concludono i funzionari dell’ufficio di stato civile – si somma al mantenimento di quella del Paese d’origine».