Norcia: il Commissario Legnini ospite di un forum ANSA

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Terremoto: Giovanni Legnini a Visso

Norcia: il Commissario Legnini ospite di un forum ANSA. Momento per fare un punto della situazione sul sisma

   

Entro il 2021 saranno avviati 624 cantieri per il recupero delle opere pubbliche, il 54% di quelle contenute nel nuovo elenco stilato dalla struttura commissariale per la ricostruzione che individua nel “cratere sismico” dell’Italia Centrale 1.288 edifici pubblici, oltre che 928 chiese. È quanto scritto nel rapporto redatto dal commissario straordinario, Giovanni Legnini, che fotografa lo stato della ricostruzione al 31 dicembre 2020 e, al tempo stesso, propone un nuovo cronoprogramma in base alle nuove norme introdotte negli ultimi 12 mesi.

“I provvedimenti normativi varati nel corso del 2020, dalle semplificazioni ai poteri in deroga concessi al commissario, hanno migliorato il quadro di riferimento. I molteplici interventi finanziati dalle ordinanze – per 2,2 miliardi di euro – sono stati verificati, in alcuni casi riprogrammati e inseriti in un elenco unico. La spesa effettiva per le opere pubbliche, a fine anno era pari a 266 milioni di euro, con una crescita del 30% rispetto a fine 2019”.

Nel secondo semestre del 2020 – si legge nel report – i cantieri della ricostruzione pubblica ultimati sono stati 67, portando il totale delle opere concluse a fine anno a 253 censiti. Sulla base dei cronoprogrammi ricevuti dalle stazioni appaltanti per le opere inserite nel nuovo elenco unico, rispetto alla situazione di giugno 2020.

 “si registra a fine anno un discreto progresso delle fasi di aggiudicazione della progettazione e dei lavori. I cronoprogrammi prevedono entro il 2021 l’avvio dei cantieri, a seguito delle procedure di gara per la progettazione e l’esecuzione dei lavori, per 624 opere pubbliche”.

Il programma di riparazione e ricostruzione delle chiese registra già oltre 100 interventi conclusi. I contributi concessi per il recupero degli edifici privati, nei 4 anni successivi agli eventi sismici 2016, ammontano a oltre un miliardo e 625 milioni di euro, a fronte dei 5 miliardi e 590 milioni richiesti. Quelli erogati dalla Cassa depositi e prestiti alle banche convenzionate sono pari a 709 milioni (406 nel 2020), ai quali si aggiungono i 21,2 milioni concessi dal commissario per finanziare la ricostruzione privata nelle aree di sovrapposizione con i precedenti terremoti in Abruzzo (18,8 milioni spesi nel 2020 nei comuni del cosiddetto “doppio cratere” abruzzese) e in Umbria (2,4 milioni di euro).

“C’è stato un cambio di passo della ricostruzione privata con le quasi 20 mila istanze presentate fino a tutto il 2020, pari a 5,5 miliardi di euro: 2,3 per i danni lievi e 3,2 per i danni gravi”.

I contributi richiesti dai cittadini per riparare o ricostruire le case colpite dal sisma ammontano a 5,6 miliardi di euro. Le istanze accolte sono state 6.946, con il riconoscimento di un contributo di circa 1,6 miliardi di euro, mentre le somme erogate effettivamente sulla base dello stato di avanzamento dei lavori sono pari a oltre 700 milioni di euro.Nel solo 2020 le somme erogate sono state pari a 406 milioni, più di quanto erogato nei tre anni precedenti.

“Le aree dell’Appennino centrale interessate dagli eventi sismici vivono una situazione di particolare difficoltà: la crisi sanitaria dovuta al Covid è infatti intervenuta su territori pesantemente colpiti dai terremoti e che non sono ancora stati in grado di rialzarsi, fiaccando ulteriormente la struttura sociale e produttiva”.

È quanto viene scritto nel rapporto

“La ricostruzione dell’Italia Centrale nel 2020”, nel quale il commissario straordinario Giovanni Legnini sottolinea che

“la capacità di resilienza di queste aree è stata in questi anni fortemente indebolita e per realizzare le condizioni di una ripresa è necessaria un’azione che preveda interventi coordinati, mirati e rafforzati, anche in riferimento a quanto indicato dagli obiettivi del Recovery Plan. “L’intervento relativo alle aree del terremoto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) approvato dal Consiglio dei ministri il 14 gennaio scorso prevede una dotazione finanziaria specifica di un miliardo e 780 milioni di euro a carico del Recovery Fund-Pnrr. Le misure specifiche collocate sul Recovery Fund trovano riferimento nei progetti presentati dall’Ufficio del commissario straordinario e dal Dipartimento Casa Italia e che prevedono interventi complementari alla ricostruzione pubblica e privata, quali la rigenerazione urbana, il sostegno al sistema delle imprese, la promozione di centri di ricerca universitaria, il sostegno all’economia circolare ed alla valorizzazione delle risorse ambientali, la promozione delle imprese creative, sociali e collegate alla valorizzazione del patrimonio ambientale e turistico. Noi vorremmo garantire, a proposito di ambiente e di sostenibilità, la qualità di quella ricostruzione, quindi, sottoservizi, quindi la connessione digitale, quindi città, paesi, borghi smart, intelligenti. Questa è la grande sfida di questi territori. Riguardo al turismo, uno dei contributi che possiamo dare nel processo di ricostruzione è quello sulla possibilità di estendere alle attività produttive i superbonus edilizi e di fare un lavoro straordinario sulle strutture provvisorie, proprio perché su queste è stata dislocata una parte importante delle strutture della ristorazione e della ricettività. Sarà importante capire ciò che bisognerà salvaguardare anche in questo senso, penso alle strutture di legno e su come valorizzare il grande patrimonio derivante dalle casette: questo è un tema, anche per sostenere il turismo”.