Nefrologia ospedale Città di Castello, nel 2022 seguiti circa 8.000 pazienti

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La struttura tifernate nei giorni scorsi ha ricevuto la visita del direttore generale Massimo Braganti e delineato la guida operativa per il 2023

 

Per il 2023 l’obiettivo sarà quello di cercare di migliorare il servizio alla luce dei nuovi scenari delineati dai recenti impegni pandemici e di adeguare, il più possibile, il reparto di Nefrologia dell’ospedale di Città di Castello alle necessità dei pazienti. E’ quanto emerso durante la visita che Massimo Braganti, direttore generale dell’Usl Umbria 1, ha effettuato nei giorni scorsi, durante uno dei suoi sopralluoghi per approfondire le strutture dell’azienda sanitaria. Ad accoglierlo Alessandro Leveque, direttore della Nefrologia dell’ospedale di Città di Castello, ed il personale afferente.

Nel 2022 il reparto (dati fino al 15/12) ha eseguito  circa 8.000  dialisi per pazienti  Irc (Insufficienza renale cronica), 100 ricoveri per patologie associate alla malattia renale, ha trattato circa 56 pazienti Covid in regime di ricovero o esterni dall’insorgenza della pandemia, mantiene collaborazione attiva con i maggiori centri trapianto.

“La struttura costituisce un’organizzazione funzionale di diversi servizi integrati tra ospedale e territorio, la cui attività – spiega il dottor Leveque  si riassume nella presa in carico del paziente affetto da malattia renale, dalla fase di prevenzione, diagnosi, terapia, follow-up clinico-ambulatoriale fino alla terapia conservativa e sostitutiva in caso di insufficienza renale terminale. La distribuzione sul territorio favorisce, pertanto, l’integrazione dei rapporti tra paziente e ospedale, coordinando nel territorio tutte le attività di prevenzione, diagnosi e terapia delle malattie renali, sia in regime ambulatoriale che in regime di degenza, implementando in tal modo l’offerta dell’assistenza sanitaria pubblica”.

 

“La mission della struttura nefrologica – sottolinea Alessandro Leveque – è quindi la diagnosi, prevenzione e terapia delle malattie renali e dell’insufficienza renale cronica; quest’ultima si basa, a seconda dei vari stadi, sulla terapia conservativa (dietetico–farmacologica) e sostitutiva (dialisi e trapianto renale). La Nefrologia è una delle branche della Medicina più interessata dalla cronicità e conseguentemente le strutture sono impegnate a garantire la continuità assistenziale, in tutte le diverse fasi evolutive della malattia renale cronica. L’impegno della struttura nefrologica è quello di dare continuità assistenziale ai pazienti, privilegiando l’informazione, la formazione e il trattamento del paziente con malattia renale. Un impegno continuo, una sorta di contratto di alleanza terapeutica per ridurre il peso delle complicanze cardiovascolari e offrire il miglior trattamento sostitutivo e riabilitativo. Tra le nostre progettualità c’è quella di cercare di migliorare il servizio alla luce dei nuovi scenari delineati dai recenti impegni pandemici ed abbiamo tante idee nuove per adeguare il servizio alle necessità dei pazienti, supportati anche grazie alle associazioni di volontariato, come l’Associazione Malattie Renali, così prodighe di generosità”.