Natività e antichi mestieri in scena nel presepe vivente di Acquasparta

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Sono tante le comunità cristiane che durante il periodo natalizio rievocano l’evento della natività di Gesù a Betlemme. Anche la parrocchia di Santa Cecilia, ad Acquasparta, propone, sabato 26 dicembre, venerdì primo e mercoledì 6 gennaio, il presepe vivente. A partire dalle 16.30, per le vie di uno dei borghi più belli d’Italia, e, per alcune scene, anche a Palazzo Cesi, più di 100 figuranti saranno impegnati nella rappresentazione degli episodi più noti della vita di Cristo oltre che nell’interpretazione di antichi mestieri e attività del mondo agricolo-pastorale. E così ai visitatori, che fin dalla prima edizione, nel 1993, hanno dimostrato di apprezzare l’evento, capiterà di incontrare contadini, pastori, fabbri, canestrai, arrotini, conciatori, calzolai, falegnami, ricamatrici, filatrici, lattonieri, vasai, orafi, apicoltori, fornai, produttori di olio e di formaggio, venditori di tè arabo e vin brulè. Gesù bambino, Giuseppe e Maria, in particolare, saranno interpretati di volta in volta da diverse famiglie che hanno recentemente battezzato i loro figli. Per i promotori “il Presepe vivente, non è una pura rappresentazione ma un immergersi per qualche ora nel mistero. Nel mistero di Dio e di Cristo e, poi, nel mistero di una civiltà che, pur economicamente più povera della nostra, ha la ricchezza che scaturisce da Betlemme”. “Il presepe vivente di Acquasparta – ha dichiarato Don Alessandro Fortunati, parroco della Chiesa di Santa Cecilia – è, innanzitutto, un’iniziativa di evangelizzazione. È frutto del lavoro e della dedizione di tante persone che, attraverso questa rappresentazione, desiderano offrire a chi visita il presepe il vero messaggio del Natale. Gesù è nato per renderci una comunità accogliente e a servizio del prossimo perciò le offerte raccolte saranno utilizzate soprattutto per aiutare i poveri del nostro paese. Bisogna ringraziare chi, con assoluta gratuità, si spende per la realizzazione di tutto questo”.