“Mancano assunzioni, tracciamento e almeno 40 posti letto in terapia intensiva”

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“Mancano assunzioni, tracciamento e almeno 40 posti letto in terapia intensiva”. La nota del capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca

“Perchè non vengono attivati i posti letto previsti dal piano di salvaguardia? I dati del ministero della Salute, non certo dei gruppi di opposizione, restituiscono una situazione drammatica. Le terapie intensive in Umbria hanno raggiunto ormai una soglia di saturazione del 56 per cento, ben oltre la soglia critica del 30 per cento e ben oltre la media nazionale”.

   

Così il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Thomas De Luca secondo il quale

“emerge un quadro di totale inadempimento del piano. Mancano gli spazi? Manca il personale? Quali azioni concrete intendeva adottare la Giunta regionale a parte mandare i pazienti umbri nelle Marche o nei tendoni dell’ospedale da campo? Chi ha la responsabilità della saturazione delle terapie intensive? Mancano almeno 40 posti letto rispetto al piano di salvaguardia presentato a novembre. Gli ultimi dati riferiscono che ci sono 77 persone ricoverate in terapia intensiva per una soglia di saturazione del 56 per cento. Secondo l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali i posti letto in terapia intensiva in Umbria sono 130 più altri 2 attivabili. Ma il piano di salvaguardia pubblicato lo scorso novembre intendeva ‘realizzare ulteriori 40 posti letto di terapia intensiva, per una disponibilità complessiva di 167’”.

Per il capogruppo pentastellato si tratta di una

“situazione ampiamente sottovalutata nonostante i campanelli di allarme si fossero già manifestati dalla seconda settimana di gennaio. Quando le curve che segnalavano l’aumento dei contagi tra le due provincie di Terni e Perugia hanno cominciato a divergere, con quella del capoluogo di regione in aumento costante e in controtendenza al dato nazionale. Pochi giorni dopo gli allarmi sono stati chiari anche nelle strutture ospedaliere. Già il 22 gennaio l’Umbria aveva il 34 per cento dei posti letto di terapia intensiva occupati a fronte di una media nazionale del 28 per cento. Appena 15 giorni dopo il dato nazionale è sceso al 24, mentre quello regionale è schizzato al 56 per cento. Il fallimento del piano di salvaguardia non si vede soltanto nei posti letto di terapia intensiva che non sono stati predisposti, ma anche sul piano delle assunzioni. Il bando per 20 anestesisti, utili al funzionamento dell’ospedale da campo si è rivelato un flop, visto che soltanto 10 figure professionali sono state individuate. Troppo tardi. Gli anestesisti, così come altre figure professionali, scelgono di arruolarsi altrove, in altre regioni che hanno offerto prima di noi contratti migliori. Un’ulteriore gravissima mancanza rispetto al piano di salvaguardia è stata quella relativa alle strutture preposte al tracciamento. Altro che potenziamento. Come confermano notizie di stampa uscite oggi, assistiamo a un depauperamento dell’organico a disposizione. E ancora non sono stati neanche attivati i patti con gli Enti locali, come avevamo sollecitato”.

De Luca rimarca che

“la situazione in Umbria è drammatica: ad oggi sono 65 i comuni (su 92) in zona rossa, 27 in zona arancione con l’indice Rt più alto d’Italia a 1,18. Dati che dimostrano l’incapacità della maggioranza che guida questa regione, troppo occupata a ricoprirsi il capo di elogi nella prima ondata e creare inutili polemiche con il Governo nazionale durante la seconda. Incapace di accorgersi di ciò che già da alcune settimane stava accadendo nei nostri territori. Incapace di monitorare ed intervenire in modo tempestivo. Troppo tardi farlo adesso, quando si è palesato in modo drammatico il rischio di paralisi della sanità”.