Laghetto di Valsorda: il Sindaco e la Giunta Comunale chiariscono la situazione. La nota
Le creste montane comprese tra i Monti Maggio e Nero sono tutte ricomprese all’interno di un’area ZSC (Zona Speciale di Conservazione) all’interno del quale sono stati individuati diversi Habitat (6210, 8210, 8310, 9210, 9260, 9340) ognuno con proprie caratteristiche fisiche ed ambientali e per ciascuna delle quali vigono specifiche misure di conservazione con indicazione degli interventi e delle attività compatibili all’interno delle stesse.
Le aree interessate dal pascolo sono prevalentemente quelle in cui sono stati individuati gli habitat 6210 e 9210. Secondo quanto previsto dalle misure di conservazione del SIC IT5210014 Monti Maggio Nero:
- nell’habitat 6210 – Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo (Festuco-Brometalia) è vietata la messa a coltura dei pascoli. In tale habitat la rimessa a coltura del pascolo è ammessa, previa valutazione di incidenza, nei soli casi in cui sia finalizzata alla conservazione, alla valorizzazione degli habitat e più in generale alla salvaguardia ed allo sviluppo della vocazione del territorio ed alla preservazione dall’abbandono, sempre nel rispetto degli obiettivi comunitari. Fermo restando quanto sopra, le misure di conservazione, riguardo all’habitat 6210 e relativamente al pascolo prevedono le seguenti attività a carico del gestore:
- la redazione di piani zootecnici finalizzati alla conservazione della biodiversità mediante la definizione della capacità di carico, della durata del pascolo, delle tecniche di consociazione e rotazione;
- la diffusione di strutture mobili finalizzate all’esercizio di un pascolo razionato o a rotazione;
- azioni volte al recupero pastorale delle praterie degradate tramite interventi meccanici e/o esercizio del pascolo con un carico sostenibile in funzione dell’obiettivo floristico-strutturale da raggiungere. Qualora il pascolo venisse esercitato in aree tutelate ai sensi dell’art. 142 del D.Lgs. 42/2004 (tra le quali ricordiamo i territori al di sopra dei 1200 m. slm, le aree boscate e le aree gravate da usi civici) lo stesso dovrà essere assoggettato a preventiva Autorizzazione Paesaggistica ai sensi del D.Lgs. n. 42/2004.
- Nell’habitat 9210 – Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex è vietato il pascolamento degli ungulati domestici ad esclusione delle fasce prossime ai pascoli, per una profondità non superiore a 20 metri. E’ comunque vietato il pascolamento di caprini.
Il laghetto in loc. Valsorda ricade all’interno di un’area ZSC (codice Rete Natura2000: IT5210014) e presenta una comunità biotica di interesse conservazionistico.
L’utilizzo incontrollato ed improprio del Laghetto come pozza di abbeveraggio da parte di animali da allevamento lasciati al pascolo nei prati intorno alla Valsorda sottopone il laghetto stesso ad un eccessivo carico zootecnico incompatibile con le misure di conservazione dell’habitat. Va infatti sottolineato che l’inclusione del laghetto, e delle specie faunistiche che trovano in esso il loro habitat, costituisce un vincolo sovraordinato (Rete Natura 2000) che impone il rispetto di tutte le misure di conservazione previste e l’adozione di adeguati interventi di protezione a salvaguardia delle biodiversità floristiche e faunistiche.
Per quanto rappresentato il laghetto non può essere utilizzato quale abbeveratoio e pertanto va opportunamente protetto dall’uso non compatibile ed incontrollato.
Va ricordato che il progetto della recinzione così come posto in opera è stato assoggettato con esito positivo e favorevole ad Autorizzazione Paesaggistica e soprattutto a procedura di Verifica di non assoggettabilità a VINCA (Valutazione Incidenza Ambientale) la quale ha valutato positivamente l’intervento anche in ordine alla tutela della fauna.
Giova sottolineare, inoltre, come in Comune non risultano presenti atti e/o documenti finalizzati all’ottenimento delle necessarie autorizzazioni (VINCA ed Autorizzazione Paesaggistica) per la messa a coltura di pascoli negli habitat 6210 e 9210. Nonostante le richieste di controllo più volte sollecitate dall’Ente, non risultano pervenute relazioni o comunicazione da parte degli organi a ciò preposti.
Nessuno, tanto meno il Comune, è stato messo nelle condizioni di verificare se i proprietari e/o gestori di terreni su cui viene esercitato il pascolo abbiano provveduto a richiedere tutte le necessarie autorizzazioni atte a garantire il corretto esercizio del pascolo sia la tutela delle biodiversità floristiche e faunistiche. Allo stesso modo non è dato sapere quali punti d’acqua siano stati indicati quale abbeveratoio per gli animali al pascolo o se siano state adottate altre forme di rifornimento periodico di acqua direttamente sui terreni adibiti a pascolo.
Si assiste quindi da diverso tempo alla “migrazione” giornaliera di intere mandrie di vaccine che, probabilmente non diversamente rifornite da acqua, si recano presso il laghetto della Valsorda che abbeveratoio per sua natura non è. Ricordiamo infatti che un abbeveratoio per essere considerato tale deve avere un invaso di accumulo (adeguatamente protetto per evitare che gli animali vi finiscano accidentalmente dentro) e dei trocchetti (alimentati dall’invaso di accumulo) ai quali accedere in tutta sicurezza e dai quali poter bere. Di questi abbeveratoi ve ne sono in zona Monte Penna e Zona Valmare, quest’ultimo rifornito di 16.000 litri di acqua in via del tutto eccezionale dal comando dei Vigili del Fuoco lo scorso 14 Luglio 2021, previa richiesta del Sindaco di Gualdo Tadino al Prefetto di Perugia.
L’abbeveraggio presso il laghetto di Valsorda inoltre, prima ancora che arrecare (non certo per loro colpa) un potenziale pregiudizio per la tutela della biodiversità faunistica e floristica, costituisce un pericolo per la pubblica incolumità in quanto durante la loro “migrazione” gli animali si trovano ad attraversare strade adibite al transito veicolare e prati frequentati da adulti e bambini non certo adibiti al pascolo. Il rischio di collisione con le auto inoltre non si concilia neanche con la necessità di salvaguardare il benessere animale.
Lo sconfinamento incontrollato, ha costituito inoltre negli ultimi anni anche un danno alle infrastrutture montane, infatti le staccionate ed il parco giochi in legno, posti nel tempo a cura e spese dell’Amministrazione Comunale hanno subito continui danneggiamenti ed oggi a causa di tutto ciò necessitano di ulteriori investimenti che graveranno sulle casse comunali, quindi sui cittadini gualdesi.
Riguardo alla fruizione del laghetto da parte degli animali selvatici, giova ricordare che la recinzione del medesimo è stata realizzata, così come prescritto ed autorizzata, in modo tale da impedire l’accesso agli animali di grossa taglia e consentire (il nastro inferiore si trova a circa 55 cm. dal piano di campagna) l’accesso libero di animali di taglia piccola e media.
Premesso quanto sopra, visto l’obbligo di salvaguardare il laghetto (in quanto riconosciuto da normative comunitarie come sito in cui trovano il loro habitat naturale e riproduttivo delle specie protette) e garantire l’incolumità pubblica ed in presenza di un’attività di pascolo incontrollata si è dovuto necessariamente provvedere alla recinzione del laghetto stesso.
Si può rimuovere la recinzione?
Si, al verificarsi (prima della rimozione) delle seguenti condizioni:
- Messa a coltura del pascolo secondo quanto previsto dalle misure di conservazione del SIC IT5210014 Monti Maggio Nero, cosa mai fatta dal gestore.
- Individuazione di idonei abbeveratoi o realizzazione di nuovi abbeveratoi o adozione di altri sistemi di rifornimento idrico (da parte dei proprietari/gestori dei terreni utilizzati a pascolo o degli allevatori) atti a scongiurare che gli animali “migrino” verso la Valsorda che non è zona adibita al pascolo e quindi nemmeno all’abbeveraggio, cosa anche questa mai eseguita.
- Vengano effettuati, da parte dei soggetti a ciò preposti, stringenti controlli sulla corretta conduzione del pascolo, ciò al fine di garantire il benessere animale e la libera e sicura fruizione della Valsorda da parte di cittadini e turisti”.
Ci preme avvisare come tutto il materiale diffuso sui social, sia in forma scritta che audiovisiva, dai c.d. “Leoni da tastiera”, poiché lesivo, denigratorio e diffamatorio, verrà presto consegnato alle Autorità di controllo competenti, per il vaglio dei provvedimenti del caso e di legge.
Informiamo, inoltre, il Consigliere Regionale Valerio Mancini, che abbiamo visto raramente a Gualdo Tadino in 7 anni del suo mandato, che potrà trovare tutto ciò che gli occorre sulla vicenda presso le competenti strutture regionali. Sarebbe stato sicuramente più proficuo studiare e approfondire le singole questioni, magari in un doveroso confronto conoscitivo con le Istituzioni del territorio, prima di recarsi su un luogo mai visto prima. Purtroppo, malauguratamente, sovente, prevale la bramosia dell’applauso quotidiano sulle reti sociali, con la noncuranza di fomentare così solo populismo, ignoranza, talvolta purtroppo odio, a discapito della conoscenza e della consapevolezza delle circostanze effettive.
Fare scelte nell’interesse dei cittadini amministrati, invece, è molto più complicato, necessita di passione, dedizione quotidiana e della giusta competenza.