Istituto Cavour Marconi di Madonna Alta: buoni esempi contro il bullismo e cyberbullismo

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Contro il bullismo e il Cyberbullismo una lezione di vita positive piene di realtà e confronto autentico. Oggi presso l’Istituto Cavour Marconi di Madonna Alta è stata presentata la piattaforma K-Help, portale dedicato alla raccolta di segnalazioni da parte di vittime e/o amici/parenti delle vittime di potenziali atti di bullismo e/o cyberbullismo. Il progetto K-Help si prefigge lo scopo di aiutare le famiglie a superare questi momenti di difficoltà. Non c’è nulla di sbagliato nel cercare conforto, aiuto da parte di chi gestisce quotidianamente situazioni di disagio. Invitati all’evento sono stati: La squadra di football i Griofoni, Jenny Narcisi campionessa Paralimpica di ciclismo, Piero Bussotti psicologo e Leonardo Cenci Associazione Avanti Tutta. Si sa il bullisimo, e in particolare il cyberbullismo,  si nasconde dietro una tastiera e “picchia” più del semplice bullismo perché le minacce e non sono fatte a viso aperto ma nella personalità virtuale o no che ognuno di noi crea nei social network. Spesso si rimane invischiati senza saperlo, senza sapere come reagire e difendersi. Da qui nasce la piattaforma K-Help che apre una finestra di aiuto sfruttabile nel totale anonimato.  Jenny Narcisi atleta di ciclismo paralimpico è nata con una malformazione ad una gamba, fino a 14 anni vive tra un ospedale e l’altro, tra operazioni e cure. Il suo zoppicare diventa motivo di bullismo continuo, lei decide di reagire facendo sport e riuscendo ad andare alle Paralimpiche di Rio 2016. “Ci vuole poco a far sentire una persona inferiore – spiega Jenny –  poi quella stessa persona ci mette una vita ad uscire da quella sensazione di inferiorità. Da piccola i problemi mi  sembravano insormontabili, oggi mi ritengo fortunata ad essere nata così. Oggi mi piaccio così, con una gamba diversa dall’altra. La mia famiglia mi ha dato tanto mi ha sempre trasmesso la forza di lottare”. A lei fanno eco i Grifoni football team che definiscono il bullismo una vigliaccheria: “è facile scagliarsi contro il più debole, quando capita di vedere questi atteggiamenti si deve avere il coraggio di distaccarsi e di isolare il bullo dal gruppo”.

Chiude Leonardo Cenci che entra in aula accolto dagli applausi dei ragazzi: “Oggi abbiamo internet e pensiamo che tutto il mondo sia chiuso in una scatoletta chiamata smatphone – ha detto Leo -, ma l’emotion che mandiamo con cuori e bacini non è mai come un vero abbraccio o come una vera stretta di mano fatta occhi negli occhi. Il web ci chiude ci fa stare per ore davanti ad uno schermo mentre la vita, quella vera, scorre fuori. Io sono un podista e corro osservo il mondo correndo e sfido il mio tumore ogni giorno pensando che la vita è un dono prezioso e che va vissuta pienamente con gli occhi puntati fuori da una tastiera o da uno schermo ”.