IMU agricola: la protesta degli ‘under 40’

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“Siamo profondamente delusi dal comportamento di governo e Parlamento che, nonostante le ripetute affermazioni sul ruolo indispensabile dei giovani agricoltori per il futuro del nostro Paese, non hanno esitato a confermare e ad approvare il decreto-legge sull’Imu, fortemente penalizzante soprattutto per chi è subentrato in azienda ai genitori.” Così si è espressa Clelia Cini, presidente di Agia Umbria – l’associazione giovani imprenditori agricoli promossa dalla Cia – commentando la decisione presa la scorsa settimana dalla Camera dei deputati. Nella nostra regione, infatti, sono tanti i giovani agricoltori che negli ultimi anni, favoriti dagli orientamenti della Politica agricola comunitaria, si sono insediati nelle aziende di famiglia; tanti di loro lo hanno fatto in forza di contratti di comodato o affitto non considerati dal decreto-legge sull’Imu che si traduce, di fatto, in un pesante aggravio proprio sui terreni di queste aziende. “Non ascoltando le nostre proposte di modifica il governo e il Parlamento – ha proseguito la presidente Cini – hanno così fornito un formidabile incentivo all’abbandono del settore proprio da parte di chi rappresenta le istanze più innovative dell’agricoltura nazionale e umbra, con il rischio che intere aziende cadano nelle mani di speculatori. Gravare il bene terra di una ulteriore tassa significa, infatti, condannare le imprese familiari alla marginalità e, quindi, all’abbandono favorendo di conseguenza grandi investitori provenienti spesso da altre regioni o, peggio, dall’estero. La nostra associazione, pertanto, aderisce con grande convinzione all’assemblea regionale straordinaria della Cia in programma sabato 28 mattina a Bastia in occasione di Agriumbria ed alla manifestazione nazionale indetta per il 31 marzo a Roma da Agrinsieme – il coordinamento tra Cia, Confagricoltura ed Alleanze delle Cooperative Italiane. In queste occasioni faremo sentire forte la nostra voce – ha concluso Clelia Cini – per far capire a tutti, in primo luogo a governo e forze politiche, che non si può gravare con questa tassa su un bene strumentale come la terra, indispensabile per la produzione di cibo e per il benessere di tutta la comunità.”