Il Teatro Stabile dell’Umbria mette in scena “L’importanza di essere Earnest”

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Dopo il successo di A scatola chiusa di Feydeau, la compagnia dei giovani del Teatro Stabile dell’Umbria si è cimentata con la messinscena de L’importanza di essere Earnest, tratto dal celebre testo di Oscar Wilde, con la regia di Antonio Latella. Lo spettacolo prodotto dallo Stabile umbro con la Fondazione Brunello e Federica Cucinelli, ha debuttato nel mese di settembre a Solomeo riscuotendo consensi di critica e pubblico e ora si appresta ad affrontare una tournée nei teatri dell’Umbria che partirà dal Teatro Nuovo Giancarlo Menotti di Spoleto, giovedì 7 gennaio, alle 21. Le altre date in programma sono le seguenti: venerdì 8 gennaio, ore 21, Politeama Clarici di Foligno; domenica 10 gennaio, ore 17, teatro Manini di Narni; da martedì 12 a venerdì 15 gennaio, ore 21, Teatro Secci di Terni; domenica 17 gennaio, ore 17, Teatro Sociale di Amelia; martedì 19 gennaio, ore 21, Teatro Comunale di Todi; mercoledì 20 gennaio, ore 21, teatro Concordia di Marsciano; venerdì 22 gennaio, ore 21, teatro Caporali di Panicale; domenica 24 gennaio, ore 21, Teatro Mengoni di Magione; giovedì 28 gennaio, ore 21, Teatro Don Bosco di Gualdo Tadino; venerdì 29 gennaio, ore 21, teatro degli Illuminati di Città di Castello; domenica 31 gennaio, ore 17, teatro Comunale di Gubbio. Con questo spettacolo lo Stabile umbro è tornato a collaborare con Antonio Latella, dopo il lungo sodalizio che dal 2003 al 2009 ha presentato al pubblico alcune delle regie più significative dell’artista. Ricordiamo, tra le altre, La dodicesima notte, La tempesta, Bestia da Stile, Edoardo II, La cena delle ceneri, Studio su Medea, Le lacrime amare di Petra Von Kant, Moby Dick, Le Nuvole. La messinscena de L’importanza di essere Earnest pensata da Latella materializza la quarta parete teatrale e pone in proscenio una sfilata di grandi finestre che invitano gli spettatori a guardare oltre il brillante meccanismo della commedia, come a voler spiare nelle pieghe del rigido conformismo della società vittoriana, per osservarne le trasgressioni istericamente dolenti. La nuova traduzione di Federico Bellini dà forma a un libero adattamento che nella visione di Latella racchiude tanto della vita dell’autore. L’importanza di essere Earnest fu un successo fin dal suo debutto. Un modello di stile letterario, come il suo autore, Oscar Wilde, è un modello quanto a stile di vita. Una vita da esteta, esibita e condotta con estro e azzardo in un’epoca, quella Vittoriana (1837-1901), che aveva fatto della serietà, earnestness, la propria Utopia. Un’Utopia che attraverso leggi e consuetudini repressive, si prefiggeva di rendere la società britannica, in Patria e nel resto dell’Impero, un Eden di armonia, operoso, produttivo e ricco, oltre che virtuoso. D’altra parte, non mancavano postriboli per gli uomini seri e dabbene, e la prostituzione femminile e maschile era un florido mercato. Quando nel 1895 Wilde (Dublino 1854 – Parigi 1900) consegnò alle scene L’importanza di essere Earnest, la vicenda legale che doveva sfociare nel processo a carico dello scrittore, accusato di omosessualità dal padre del suo giovane amante, era già iniziata. L’accusa fu provata e Wilde fu condannato a due anni di reclusione e al lavoro forzato, in base a una Legge del Regno che configurava il rapporto sessuale fra adulti dello stesso sesso come reato. Nel 1897, a Primavera, lo scrittore uscì dal carcere, gravemente indebolito nel fisico e moralmente distrutto. Tre anni dopo morì a Parigi, dove è sepolto al Père La Chaise. La sua tomba è coperta di impronte di baci: un tributo d’amore per un artista che subì il carcere semplicemente perché non poteva essere altro da sé.

“Più leggo le parole di Wilde – dice Latella – e più sento la necessità di “stare in ascolto”; ascolto la sferzante banalità, ascolto i tanti doppi sensi, ascolto la leggerezza, ascolto l’ironia, ascolto la cattiveria. Ascolto lo sfidarsi di fioretto, dove la “toccata” è un’abilità donata all’esperto della parola; tutto ciò che viene detto è per ottenere una risposta, una difesa, un attacco, un affondo programmato da chi parla. Con Wilde imparo ad ascoltare ciò che viene omesso, il non detto; comprendo che il vero dialogo non è nelle parole dette, ma in quelle nascoste abilmente dietro i suoi personaggi.”

In scena Francesco Bolo Rossini nel personaggio di Algernon, Caroline Baglioni (Cecily Cardew), Edoardo Chiabolotti (Merriman), Vittoria Corallo (Lady Bracknell), Caterina Fiocchetti (Miss Prism), Stefano Patti (Jack/John), Ludovico Rohl (Lane Gribsby), Samuel Salamone (Reverendo Canon Chasuble), Giulia Zeetti (Hon.Gwendolen Fairfax). Si può prenotare telefonicamente, al Botteghino Telefonico Regionale 075/57542222, tutti i giorni feriali, dalle 16 alle 20. I biglietti prenotati vanno ritirati mezz’ora prima dello spettacolo, altrimenti vengono rimessi in vendita. E’ possibile acquistare i biglietti anche on-line sul sito del Teatro Stabile dell’Umbria www.teatrostabile.umbria.it