Guida la vita

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7 comuni dell’Umbria, 18 istituti scolastici con 99 classi e ben 2055 studenti: sono questi i numeri estremamente positivi del Concorso “Guida la Vita”, un percorso didattico di educazione alla sicurezza stradale, importante momento di prevenzione e formazione dei futuri utenti della strada, promosso dall’Associazione Elba Onlus in collaborazione con la Regione dell’Umbria, l’Ufficio Scolastico regionale e la Polizia Stradale, che si è svolto nella nostra regione nelle settimane scorse e che questa mattina, martedì 24 marzo, si è concluso nel Salone d’Onore di Palazzo Donini a Perugia, con la premiazione delle scuole vincitrici. “Un’iniziativa molto importante – ha affermato l’assessore regionale alla sicurezza stradale Stefano Vinti – che permette di avvicinare i giovani a questi temi e dunque a diffondere la ‘cultura’ della sicurezza stradale”. Al concorso, che è stato illustrato dalla presidente dell’Associazione El.Ba., Elisabetta Bedini, alla presenza del vice Questore di Perugia, Maria Antonietta Vinti, hanno partecipato studenti provenienti da Perugia, Terni, Città di Castello, Castiglion del Lago, Foligno, Todi e Gubbio (città dalla quale è partita l’iniziativa giunta alla sua settima edizione). Le due classi vincitrici, tra le 10 che hanno inviato i propri lavori video dedicati appunto al tema della sicurezza stradale, sono la 4° A S-Moda dell’istituto Cavour Marconi Pascal di Perugia e la 4° A Inf. dell’Istituto Rosselli Rasetti di Castiglion del Lago. A loro, oltre una pergamena, la possibilità di trascorrere una giornata nel circuito di Misano dove potranno partecipare ad un corso di guida in sicurezza.
“Nonostante i dati negativi del 2013, quando gli incidenti stradali in Umbria hanno determinato 61 morti e 3.447 feriti, con un costo sociale di 338,8 milioni di euro – ha sottolineato l’assessore Vinti – l’evoluzione della sicurezza stradale regionale di medio e lungo periodo nella nostra Regione continua ad essere pienamente allineata con l’obiettivo di miglioramento indicato dalla Commissione europea (dimezzamento, entro il 2020, del numero di morti rilevati nel 2010). Piuttosto, i dati del 2013 costituiscono un chiaro segnale di instabilità del processo virtuoso che è stato avviato nella regione a partire dai primi anni del 2000. Inoltre, se il processo di riduzione delle vittime degli incidenti stradali presenta indubbi aspetti positivi ed è in linea con l’obiettivo di sicurezza stradale comunitario, non altrettanto si può dire dello stato della sicurezza stradale: i tassi di mortalità e ferimento restano comunque superiori a quelli rilevati nelle regioni italiane più virtuose e, ancor più, rispetto a quelli fatti registrare dalle regioni di altri Paesi della UE che hanno raggiunto le migliori prestazioni di sicurezza stradale”. Il quadro può essere meglio interpretato tenendo conto del fatto che l’Umbria fa registrare un volume di traffico procapite più elevato della media nazionale (da +30% nel 2010 a +10% nel 2007, per tornare a +30% nel 2011). Il maggiore volume di traffico procapite umbro è riconducibile sia alle caratteristiche geografiche della regione, sia alla struttura territoriale, che impone ai cittadini spostamenti più lunghi per accedere alle stesse occasioni di lavoro, agli stessi servizi e alle stesse occasioni di incontro e tempo libero, rispetto a regioni con una maggiore densità insediativa e una diversa struttura territoriale. L’aspetto di assoluto rilievo consiste però nel fatto che l’indice di vittime e di costo sociale per volume di traffico rilevato in Umbria è del tutto analogo a quello rilevato a livello nazionale.
In altri termini, stando ai dati sul traffico resi disponibili dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, nella prima decade degli anni 2000, a parità di traffico il tasso di vittime e di costo sociale in Umbria è sostanzialmente eguale a quello nazionale. L’Umbria, si legge nel Rapporto 2013, sembra aver iniziato una migrazione da un sistema di fattori di rischio di media intensità (analogo a quello nazionale) verso un sistema di fattori di rischio a minore intensità: la riduzione di lungo periodo delle vittime e del costo sociale in Umbria non è collegata ad una riduzione del volume della mobilità regionale ma ad un alleggerimento dei fattori che raccordano il volume di traffico e l’esposizione al rischio al numero e alla gravità delle vittime. A questo proposito è utile ricordare dal 2001 al 2013 la regione ha registrato una riduzione di morti pari al 48 per cento; una riduzione di feriti pari al 43 per cento (media nazionale: -31 per cento) e una riduzione di costo sociale pari al 44 per cento in meno (media nazionale: -37%). “Resta, naturalmente, ha concluso l’assessore Vinti, la pesante ipoteca costituita dall’evoluzione regressiva del 2013 e, in particolare, dalla elevatissima crescita del numero di morti. La questione centrale tuttavia non è se le tendenze individuate rappresentino in modo più o meno preciso l’evoluzione dei prossimi anni ma quali siano le politiche e le azioni di sicurezza stradale necessarie per consolidare i risultati positivi già acquisiti e per annullare le tendenze regressive indubbiamente presenti (come testimoniano i molti anni in cui il numero di vittime degli incidenti stradali non è diminuito ma è cresciuto). Così come va ribadito il dato che il maggior numero di incidenti viene rilevato non a causa delle cosiddette ‘stragi del sabato sera’ ma nell’abito lavorativo e cioè nel tragitto casa-lavoro e nei luoghi di lavoro”.