Grimani (+ Europa), “Fare subito chiarezza sui conti del Comune di Terni”

563

“Fra “quelli di prima” e “quelli di adesso”, chi ci rimette sono i cittadini”

   

Da settimane ormai si assiste ad un balletto davvero poco edificante sulla situazione economica e finanziaria del Comune di Terni. Un primo campanello di allarme è suonato quando l’assessore al bilancio ha, in buona sostanza, evidenziato che ci sono ancora da ripianare debiti – relativi al dissesto economico – per circa 10 milioni di euro.

Un altro elemento di riflessione è emerso con la sentenza della Corte dei conti che ha stabilito che l’anticipazione di tesoreria relativa al 2017 non va considerata nella massa passiva dell’ente e quindi non di competenza dell’organo straordinario di liquidazione, come invece lascerebbe intendere l’amministrazione di Palazzo Spada.

Anche in questo caso, si tratta di una cifra considerevole, prossima ai 13 milioni di euro, che sommati agli altri 10, danno un totale di oltre 23 milioni di euro.

Ora, la polemica politica è sfociata in una schermaglia che rimbalza dentro un refrain che troppe, in questi ultimi quattro anni, si è sentito dire. È colpa di “quelli di prima”, dicono dall’amministrazione, mentre l’opposizione ribatte che – se i conti non dovessero di nuovo tornare – la responsabilità sarà di “quelli di adesso”.

Tra gli uni e gli altri, chi ci rimette, sono i cittadini ternani: tassazione ai massimi, costo dei servizi alle stelle, tra l’altro non giustificato dalla qualità degli stessi, e un punto interrogativo enorme sul prossimo futuro che potrebbe essere destinato a restare come l’attuale presente. Una spirale viziosa che imprese e famiglie – già stremate dalla situazione internazionale – non possono continuare a sopportare.

Allora, lo sforzo di oggi dovrebbe essere questo: un estremo esercizio di chiarezza sulla situazione reale dei conti e sugli strumenti da utilizzare per evitare che la situazione del dissesto sia senza soluzione di continuità. C’è un problema finanziario? Come si può risolvere? Con quali tempi, con quali costi?

Il resto sono chiacchiere che rischiano di trasformare quelli di adesso in quelli di prima. E schiacciare i cittadini ternani, togliendo loro anche la più piccola speranza per il futuro.