Grifo: quali strategie per il mercato?

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Il Perugia si appresta a trascorrere l’ultima settimana priva di impegni ufficiali. Dalla prossima si inizierà a fare sul serio, con il campionato alle porte e l’esigenza di partire subito bene. La squadra sin qui non ha fatto male: ha vinto tutte le amichevoli, la prima ufficiale contro la Reggiana e “steccato” solo la difficile trasferta di San Siro contro il Milan. Bisoli sta cercando di trovare un’identità soprattutto a livello di spirito, utilizzando il materiale a disposizione con diversi accorgimenti tattici, nell’attesa di “buone nuove” dal mercato. Si è passati dall’iniziale 4-3-1-2, al 4-2-3-1, fino al 3-5-2 contro il Teramo. Soluzioni che testimoniano una certa flessibilità mentale dell’allenatore (che non va disdegnata) ma che allo stesso tempo hanno evidenziato alcune lacune strutturali. Come lo metti, lo metti, al Grifo manca qualcosa. A partire dal centrocampo, dove è piuttosto evidente l’assenza di almeno un paio di centrocampisti, che sappiano dare sostanza al gioco “a due” o creare l’alternativa per una mediana “a tre”. A voler essere pignoli dei due attesi, uno dovrebbe almeno garantire una certa qualità nel governare il pallone e dare corso alla manovra, perchè è difficile progettare un campionato di vertice in serie B con soli geometri e senza neanche un architetto. Bisoli, nel post Teramo, è stato piuttosto chiaro: “in mezzo siamo pochi pochi”. D’altronde, fatti salvi Rizzo, Salifu e Spinazzola (per altro adattato), restano a disposizione del tecnico emiliano i soli Filipe e Taddei (già inseriti nella lista dei partenti). Si attende un “guizzo” dalla società, anche se sull’argomento mercato è intervenuto nei giorni scorsi il Ds Goretti, ridimensionando le aspettative: “Un centrocampista e poi mercato praticamente chiuso”. Frase che ha anticipato quella di Bisoli e che lascia spazio a qualche perplessità. Non solo perchè un centrocampista, pur bravo che sarà, non risolverà i problemi del tecnico, ma anche perchè, a guardarlo bene, il Perugia ha bisogno di altro. Un vice Ardemagni e un difensore centrale, che possibilmente non abbia trascorsi da terzino destro. Senza dimenticare quella “ciliegina sulla torta”, a cui spesso ha fatto riferimento il neo allenatore e che potrebbe riguardare la zona offensiva. Dove bisogna realmente capire quanto potranno dare Lanzafame e Fabinho. Chissà se il Ds avrà voluto fare pretattica, magari abbassando il grado di importanza a qualche trattativa e di conseguenza le pretese della controparte. O chissà, se si è ancora una volta di fronte a due modi di “leggere la situazione”, con l’allenatore da una parte e la dirigenza, a contorno del Presidente (o tutti e due insieme), dall’altra. Eventualità quest’ultima, che visti i precedenti, non va certo augurata a Bisoli.