Giornate del Bartoccio 2017: balli e suoni umbri di una volta

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Incontro pubblico sull'assassinio di Aldo Moro e la crisi della democrazia
   

Le Giornate del Bartoccio si avviano verso il gran finale: e per meglio prepararsi, il Bartoccio propone di allenarsi a ballare gli antichi balli tipici della nsotra regione, che forse non sono ancora molto conosciuti ma non hanno nulla da invidiare a quelli più noti, come le tarantelle o la pizzica, con i quali anzi sono “imparentati“. Un tempo, nelle campagne perugine, il ballo popolare per eccellenza era il trescone perugino, che nelle veglie popolari creava una atmosfera di comicità e di allusioni. In altre parti dell’Umbria, invece, il ballo popolare più diffuso era il saltarello. Altri balli molto popolari erano la frullana, lo scottìs, la manfrina, la quadriglia, e poi il ballindodici, il ballo della sala, il tacchipunta, il sor cesare… Insomma, c’era una grande varietà di ritmi e di movimenti, e ogni paese e cittadina aveva le sue specialità, un po’ come avveniva per la cucina. Protagonista delle serate era l’organetto (poi venne la fisarmonica); e nelle rustiche sale da ballo finalmente si potevano incontrare e conoscere ragazzi e ragazze, e i ballerini più bravi potevano sfoggiare la loro abilità. Era una festa: e una festa può continuare ad essere anche oggi. Tutti e tutte sono perciò invitati il giorno venerdi 17 marzo, dalle ore 16,00, nei locali di Umbrò in via S. Ercolano 3, per partecipare a un divertente laboratorio di balli e suoni popolari umbri con Maurizio Giliotti, accompagnato all’organetto dal noto musicista Roberto Cecchetti, che avevano tenuto un laboratorio analogo già nelle Giornate del Bartoccio del 2016. Si tratterà di una vera e propria lezione pratica di balli popolari umbri. Chiunque può partecipare, per riscoprire il piacere di questi antichi balli, allegri e grotteschi, veri riti di corteggiamento pieni di ritmo e di umorismo; e se qualcuno lo vorrà, ci sarà anche la possibilità di accostarsi alle prime nozioni di suono con l’organetto. Si tratta evidentemente di un momento di avvicinamento e presa di confidenza con gli antichi balli nostrani, ma l’idea è quella di dare avvio ad un programma di incontri e seminari che potrebbe svilupparsi lungo tutto il corso dell’anno, per fare in modo che sempre più persone (e soprattutto giovani) possano impratichirsi con i ritmi e le movenze caratteristiche di tali balli, riscoprendo una tradizione che affonda le sue radici nel profondo della storia.