Garanzia giovani: in crescita l’occupazione stabile

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“In Umbria il mercato del lavoro, pur in un contesto difficile, mostra importanti segnali di risveglio: nel primo semestre 2015, secondo i dati dell’Osservatorio sul precariato dell’Inps, la regione è al secondo posto a livello nazionale per l’incremento delle assunzioni a tempo indeterminato, con un incremento del 93 per cento fra i giovani con meno di 30 anni, e ad oggi sono oltre mille i giovani iscritti al programma Garanzia Giovani che hanno trovato un’occupazione”.

   

È quanto sottolinea il vicepresidente della Giunta regionale, con delega a Lavoro e formazione, Fabio Paparelli, soffermandosi in particolare sull’attuazione di Garanzia Giovani in Umbria.

“Che un programma di politiche attive non possa di per sé risolvere il problema della disoccupazione ed in  particolare di quella giovanile che ha assunto livelli così elevati – rileva – è un concetto scontato. Che Garanzia Giovani in Umbria sia un fallimento non risponde certo al vero. E bastano pochi dati per dimostrare che, al contrario, l’Umbria si collochi fra le migliori regioni a livello nazionale nel contesto di un programma innovativo e articolato”.

Il programma Garanzia Giovani in Italia

“è stato elaborato a livello centrale con la partecipazione delle Regioni – ricorda – Nell’allocazione delle risorse, circa 22,8 milioni di euro, si è tenuto conto del target e delle policy più appropriate. Nella consapevolezza del difficile contesto del mercato del lavoro si è puntato principalmente sulla qualificazione dei giovani e soprattutto su quegli strumenti che li mettono in contatto le imprese”.

La somma più cospicua è

“quindi stata assegnata alla formazione iniziale (6 milioni) rivolta ai minori usciti dai percorsi di istruzione senza aver conseguito un diploma o una qualifica professionale che rappresentano il target più debole con forti rischi di esclusione sociale. L’Umbria – sottolinea Paparelli – ha sempre investito nel combattere la dispersione scolastica ed i dati lo dimostrano. Ad oggi, infatti, l’Umbria occupa il secondo posto in Italia con il 9,1%, subito dopo il Veneto, nella graduatoria per la minor presenza del fenomeno che già è al di sotto del parametro fissato a livello europeo (10%)”.

Alla formazione iniziale

“si affianca la formazione rivolta ai maggiorenni finalizzata all’ottenimento di una qualifica, con una dotazione di 2,5 milioni di euro. Tale attività è il frutto di un percorso che vede il giovane dapprima preso in carico dal Centro per l’Impiego, orientato e in base alle risultanze di tale attività, in funzione delle attitudine e delle competenze che gli sono proprie, assegnatario di un voucher per la frequenza di corsi di formazione professionale di un determinato ambito formativo. È quindi  il giovane a scegliere a quale ente rivolgersi tra quelli che offrono corsi rientranti nell’ambito formativo deciso con l’orientatore”.

“Va ricordato – dice Paparelli – che le agenzie formative che sono scelte dal giovane sono remunerate con una percentuale del costo del corso (70%) a fronte della frequenza e solo in funzione dell’inserimento nel mondo del lavoro del giovane possono ricevere la restante quota del costo del corso, secondo una moderna logica di orientamento al risultato delle attività di formazione”.

Altra componente “importante” del programma è rappresentata dall’attivazione di tirocini per offrire ai giovani l’opportunità di acquisire esperienze e competenze direttamente in azienda attraverso un percorso della durata di sei mesi. A questa misura sono stati destinati 4 milioni di euro.

“Si tratta di una innovativa procedura – dice l’assessore regionale – che ha visto la realizzazione di una piattaforma digitale con cui vengono pubblicizzate le disponibilità delle imprese ad ospitare tirocinanti e gli interessati possono candidarsi potendo contare su un meccanismo trasparente di informazione che consente la gestione on line dell’intera procedura”.

Delle altre risorse, 2 milioni di euro sono stati destinati all’autoimpiego ed all’autoimprenditorialità stimando un numero di beneficiari di oltre 300,

“anche se ad oggi solo 38 giovani hanno manifestato interesse ad attivare una propria iniziativa di lavoro autonomo”.

Altri  1,8 milioni di euro sono stati destinati al servizio civile, risorse anche in questo caso completamente esaurite grazie all’avvio dei progetti, e 3,7 milioni agli incentivi per l’occupazione.

“L’Umbria – afferma Paparelli – di certo non si può dire che nel panorama nazionale stia sfigurando e lo dimostrano i numeri che fino ad oggi Garanzia Giovani ha fatto registrare. In primo luogo partendo dalle adesioni che in Umbria sfiorano le 19.200, il 96% di quelle previste in fase di programmazione al termine del 2015, una percentuale assai più ampia di quelle che si riscontrano in altre realtà regionali”.

I presi in carico e quindi destinatari almeno del primo colloquio di orientamento da parte dei Centri per l’impiego umbri

“sono 9.301, il 47% di coloro che hanno aderito e ben il 78,2% dei registrati al netto delle cancellazioni (11.898) un dato di oltre 10 punti superiore alla media nazionale (408429 su 629774, il 64,9%). Oltre ai presi in carico, infatti, i Centri per l’impiego umbri hanno contattato circa 7300 giovani che non si sono presentati o comunque non avevano le caratteristiche, e di conseguenza sono stati cancellati (38% degli aderenti)”.

“Dei 9.301 presi in carico, l’87,2% (8.111) – prosegue – ha beneficiato anche di un colloquio specialistico, nella maggior parte dei casi finalizzato all’erogazione di una misura di politica attiva. Ma l’offerta non si è fermata al solo orientamento; ancor più alta l’incidenza di coloro a cui è stata proposta una misura di politica attiva (89,1% dei presi in carico) dato che in taluni casi l’offerta è avvenuta nel primo colloquio”.

Tra le misure di politica attiva proposte,

“3753 (il 45,1%) sono voucher per l’accesso a misure formative volte all’inserimento professionale: un numero nettamente superiore a quello finanziabile con i 2,5 milioni assegnati. Per far fronte ad una richiesta così ampia da parte dei giovani – sottolinea Paparelli – la Giunta regionale ha deciso di cofinanziare la misura con 2 milioni di euro di derivazione comunitaria”.

La misura più richiesta dai giovani al pari dei voucher formativi

“è quella dei tirocini extracurriculari proposta a ben 3.388 giovani (40,8% delle proposte). È significativo – rimarca l’assessore – che ad oggi siano ben 2091 le proposte di tirocinio pervenute dalle imprese umbre, un numero anche questo ben superiore a quello finanziabile con le risorse disponibili; 1082 di loro hanno già prodotto un progetto formativo da realizzare nel tirocinio che è stato già avviato (circa 800 ad oggi) o è in corso di attivazione. L’insufficienza delle risorse ha spinto la Giunta a riprogrammare le risorse proponendo al partenariato di portare a 6 milioni la dotazione complessiva della misura”.

Infine, il dato parziale relativo alle ricadute occupazionali.

“Da alcuni monitoraggi provvisori – rende noto – risulta infatti che ad oggi sono oltre 1.000 i ragazzi iscritti al programma che ad oggi hanno trovato un lavoro nelle varie forme consentite”.

Un programma

“dunque complesso ed impegnativo che specie all’inizio ha richiesto e richiede una grande sostenibilità organizzativa da un punto di vista qualitativo e  quantitativo, la cui attuazione vede un ruolo essenziale dei Centri per l’impiego che pur in una delicata fase di transizione stanno mostrando competenza e professionalità”.

“È chiaro – afferma Paparelli – che un programma così articolato ed innovativo richiede una costante azione politica e tecnica anche rispetto al miglioramento costante di procedure inizialmente non testabili. A questo proposito – conclude – la Giunta regionale dell’Umbria ha previsto una ulteriore semplificazione e velocizzazione nelle procedure di attivazione dei tirocini, oltre ad un accordo con la sede regionale dell’Inps per una accelerazione nella fase di erogazione delle indennità di tirocinio di cui lo stesso Istituto è incaricato a livello nazionale”.