Forum della meccatronica e della meccanica avanzata in Umbria

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A distanza di un anno dalla prima elaborazione UniCredit e Confindustria Umbria si sono ritrovate per un approfondimento sul Polo della Meccatronica Umbria con l’obiettivo di verificare, a distanza di un anno dalla prima elaborazione, se il percorso di crescita e sviluppo avviato negli ultimi anni conferma le sue aspettative. Con l’industrializzazione del digitale e la trasformazione del web la meccatronica è divenuta una delle infrastrutture strategiche della nuova manifattura globale, che promette di svilupparsi ulteriormente con la diffusione delle tecnologie di prototipazione rapida. Già oggi la meccatronica esprime infatti il 14% del fatturato manifatturiero italiano e – soprattutto – il 20,5% del nostro export manifatturiero.

“L’analisi dei punti di forza e di debolezza delle nostre imprese, descritta puntualmente nell’analisi condotta da Unicredit – ha rilevato Paolo Bazzica, presidente Polo Umbro della Meccatronica – ci conforta su un aspetto noto per il nostro settore, quello della necessità di introdurre con sempre maggior convinzione, know how e competenze altamente specialistiche nelle aziende. Così facendo potremo essere facilitati nel pensare e realizzare a prodotti e servizi sempre più tecnologicamente innovativi e competitivi, anche nel prezzo, e allo stesso tempo ci fa capire l’importanza di un’alleanza strategica tra meccatronica e servizi avanzati, in linea con quella che viene definita ormai la “quarta rivoluzione industriale”. Si tratta di un concetto orizzontale nel quale fabbriche, laboratori e piccole e medie imprese sono tutti stabilmente connessi, in un’ottica di filiera digitalizzata in tutti i suoi tasselli. Questo modello organizzativo consente di rispondere pressoché in tempo reale alle richieste e alle tendenze dei bisogni dei clienti”.

 Secondo l’indagine ISTAT-IlSole24Ore del 2015 le imprese italiane della meccatronica sono 34mila e impiegano 504mila addetti con un fatturato aggregato di 127 miliardi di euro, un export di 60 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 34 miliardi. Sempre secondo questo rapporto, le imprese della meccatronica si caratterizzano per una produttività media-calcolata come valore aggiunto pro capite- di 41.837 euro, superiore del 50% rispetto alla produttività media del manifatturiero nel suo complesso – pari a 26.602 euro. Il polo umbro conta oltre cento imprese, distribuite in tre profili: l’impiantistica – il più rilevante sotto il profilo quantitativo, con il 78% del valore generato – oltre 2,7 Milioni di Euro nel 2013 – l’automotive – 8% del valore – e l’aerospazio – 14%. Un totale di circa 6.000 dipendenti occupati ed un fatturato di oltre 800 milioni di euro. Delle tematiche relative al Polo si è discusso nella sede di Confindustria Umbria a Perugia a seguito della ricerca presentata da Riccardo Masoero, Responsabile Ufficio Studi Territoriali, UniCredit e Cristiana Colli, Ricercatrice Consorzio AASTER, Milano. All’incontro erano presenti Luca Tacconi, Presidente Sezione di Perugia di Confindustria Umbria, Luca Lorenzi, Deputy Regional Manager — Centro Nord, UniCredit, Paolo Bazzica, Presidente Polo Meccatronica Umbria e Luciano Bacoccoli, Responsabile Area Commerciale Umbria – UniCredit. Ha partecipato al dibattito anche Fabio Paparelli, Assessore alla competitività delle imprese, innovazione sistema produttivo Regione Umbria. Dall’intervento di Riccardo Masoero è emerso che il tema qualitativo più rilevante del sistema è la capacità di integrare conoscenze e prodotti e fornire soluzioni integrate alla propria clientela: non semplici componenti ma soluzioni. “A tendere” ha sottolineato Masoero “l’obiettivo delle aziende del Polo sarà quello di risalire la catena del valore e diventare “TIER1” cioè fornitori strategici di primo livello verso le grandi imprese che realizzano i prodotti finali”. In termini quantitativi emerge che il Polo ha un tessuto estremamente frazionato: il 99% delle aziende analizzate sono sotto 250 milioni di euro di fatturato e rappresentano il 75% del fatturato complessivo. Purtuttavia dal 2009 al 2014 il polo ha avuto una crescita di fatturato del 55% ed i margini si sono consolidati sopra il 9%: nel 2013 +9,3% e nel 2014 +9,9%. Un ottimo risultato in un periodo in cui il mondo industriale è stato percorso da una crisi epocale, confortato anche dai dati sulla capitalizzazione: nel 2013 erano il 51% le aziende sotto un livello di guardia di capitalizzazione e quest’anno sono scese al 45%. Da ultimo Masoero ritiene anche particolarmente interessante verificare il tema delle Reti d’impresa perché “questo rappresenta la formalizzazione di quella tendenza all’integrazione e collaborazione che costituisce una caratteristica intrinseca del polo: ben 17 aziende del Polo (su 100) sono impegnate in una Rete industriale, anche con esperienze transregionali che si allargano ai territori limitrofi. Una conferma che il senso di collaborazione tra le imprese si sta crescendo ed organizzando anche in forme diverse”. Luciano Bacoccoli, Area Manager di UniCredit per l’Umbria ha sottolineato che “L’occasione di questo secondo confronto sul polo della meccatronica ha costituito per UniCredit, Confindustria, Istituzioni l’opportunità concreta di verificare l’andamento di un settore che, al momento, è trainante per l’economia regionale. Lo studio UniCredit conferma il trend positivo del settore con un indice di produzione che nel 2016 si prevede un incremento del 9% rispetto ai dati del 2011 con un contributo proveniente maggiormente dal mercato interno (+10%) rispetto all’export (+6%). La crescita è confermata dal rapporto con il sistema bancario che tra maggio 2014 e maggio 2015 ha registrato una crescita del 11,4% nel credito accordato e del 10,4% nell’utilizzato con il segmento dell’aerospace che si conferma un settore di eccellenza nei vari indicatori finanziari”. Luca Tacconi, presidente della Sezione di Perugia di Confindustria Umbria.

“Senza dubbio – ha detto – il Polo della Meccatronica rappresenta tante realtà eccellenti in termini di valore aggiunto, export e tecnologia. Eccellenze meritevoli di attenzioni da parte del territorio, del mondo del credito e delle istituzioni, affinché possano avere un ulteriore impulso a fare ancora meglio”.