“Favorire la parità retributiva tra donne e uomini, sostenere la formazione e l’occupazione femminile”

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Proposta di legge di Paparelli, Meloni, Bori (Pd)

“Favorire la parità retributiva tra donne e uomini, oltre che sostenere la formazione e l’occupazione femminile”.

   

È quanto prevede, in sintesi, la proposta di legge depositata questa mattina dai consiglieri PD, Fabio Paparelli (primo firmatario), Simona Meloni e Tommaso Bori.

“Nel corso dell’iter legislativo – spiegano i tre consiglieri Dem – promuoveremo un ampio processo di partecipazione e di confronto, specie con chi si occupa della promozione della parità di genere e dei diritti civili, nonché con il mondo associativo, istituzionale ed economico, affinché l’Assemblea legislativa dell’Umbria possa approvare un testo ampiamente condiviso dalla società umbra. L’obiettivo è quello di puntare a rafforzare ed integrare, nell’ambito di una materia concorrente tra Stato e Regioni come quella del lavoro, le misure previste dal Testo unificato sulla Parità Salariale che è diventato recentemente legge dello Stato anche grazie ad un voto bipartisan espresso su una proposta di legge del Partito democratico elaborata dalla deputata Chiara Gribaudo che il prossimo giovedì 25 novembre – annunciano – sarà nella cittadina di Umbertide per una prima iniziativa politica sul tema. Ciò che serve fare adesso – proseguono i consiglieri – è promuovere e sostenere una vera alleanza nel mondo del lavoro, necessaria a garantire una ripresa che sia sostenibile, paritaria e coraggiosa, per superare una disparità sociale, culturale e di retribuzione, tra uomo e donna, che riguarda anche l’Umbria e che, con la pandemia, si è ulteriormente aggravata. Gli effetti drammatici della pandemia stanno producendo una crisi severa, specie in ambito lavorativo, esasperando le disuguaglianze di genere sia a livello sociale che economico. I dati ISTAT relativi all’andamento dell’occupazione femminile, ad esempio, sono oltremodo chiari: a dicembre scorso su 101mila posti di lavoro persi, 99mila sono lavoratrici. A questa fortissima criticità si somma un elemento ancor più strutturale, dato dalla differenza tra il salario annuale medio percepito dalle donne rispetto agli uomini, che arriva a toccare anche picchi del 40 per cento in meno. Per questi motivi – concludono – riteniamo doveroso che, al pari di altre regioni, e sulla scia della nuova legge nazionale, anche l’Umbria si attivi per promuovere azioni concrete che riducano questo ‘gender pay gap’ per iniziare ad invertire una tendenza che potrebbe significare, in Umbria come nel resto del Paese, la creazione di nuova ricchezza, di occupazione e di gettito fiscale nonché maggiori servizi, opportunità e garanzie per tutte le donne e per la comunità umbra”.