Fabbrica 4.0, servizi tecnologici a servizio del manifatturiero

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“La cosiddetta fabbrica 4.0, la fabbrica digitale, non toglierà posti di lavoro ma ne creerà di nuovi. Ci troviamo in un momento di passaggio a una diversa visione nel concetto stesso di processo produttivo e di prodotto”.

   

È quanto ha sostenuto Gianni Potti, presidente del Comitato Nazionale di Coordinamento Territoriale Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici intervenendo al workshop “Fabbrica 4.0: i servizi innovativi per il nuovo manifatturiero” organizzato dalla sezione Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Umbria. I Servizi Innovativi in Italia contano 800mila imprese e occupano 2,1 milioni di addetti, per un fatturato di 255 miliardi di euro.

“I Servizi Innovativi avranno un ruolo centrale nella reindustrializzazione dell’Europa, attraverso la fornitura di servizi a valore aggiunto alle imprese di produzione – ha sottolineato Matteo Brutti, presidente della Sezione Servizi Innovativi e Tecnologici di Confindustria Umbria – La Fabbrica 4.0 è caratterizzata dall’integrazione dei processi fisici con i nuovi processi digitali, dall’utilizzo delle informazioni e dei dati e dall’ottimizzazione dei processi operativi, sia in termini di tempo e di qualità che di costi, sicurezza e variabilità. Sono identificabili almeno quattro principali leve di cambiamento nell’industria, strettamente collegate alla rivoluzione digitale in corso”.

Al workshop ha partecipato anche il vice presidente della Giunta regionale dell’Umbria Fabio Paparelli. La Regione Umbria, attraverso il Fondo Unico regionale per le Attività Produttive e il POR FESR 2014-2020, ha stanziato per il 2015 circa 17 milioni a sostegno dell’innovazione aziendale.

“Auspichiamo – ha aggiunto Brutti –  anche investimenti nella formazione di nuove figure professionali specializzate capaci di progettare e implementare una Fabbrica 4.0. Per di più, competenze di tal genere, benché catalogabili come trasversali, non possono essere considerate soft skill, bensì vere e proprie abilità tecniche pronte ad essere sfruttate dalle aziende. I protagonisti di questo nuovo percorso possono essere l’Università degli Studi Perugia, l’ITS Umbria e Confindustria e le sua agenzia formativa che devono contribuire alla formazione di nuovi profili e professioni capaci di rendere competitive le nostre aziende”.

Sono intervenuti inoltre Marcello Serafini dell’azienda Santucci & Partners che ha presentato i dati dell’osservatorio annuale di Assoconsult sul management consulting in Italia da cui si evince che “La crisi ha indubbiamente modificato la struttura del comparto, portando ad una forte selezione degli operatori più piccoli e alla conquista di una quota di mercato molto importante da parte dei grandi player”  e Giovanni Giorgetti di Esg89 Group che si è soffermato sulle tendenze e prospettive per le imprese umbre.

“Dobbiamo avere la capacità – ha detto Giorgetti – di cambiare il nostro approccio nei confronti del cliente, diventando prima di tutto dei partner e non dei semplici fornitori. Il digitale in questo può essere d’aiuto non solo come generatore di smart e di App ma come vero e proprio driver economico e industriale”.