L’appello del capogruppo di Umbria civica, Nilo Arcudi
«La Regione Umbria aveva approvato poche settimane fa – con la DGR 1048/2025 – il dimensionamento scolastico per il 2026/2027, recependo le proposte dei territori e avviando un percorso condiviso con Comuni e istituzioni scolastiche. Per questo è incomprensibile e inaccettabile il nuovo atto annunciato il 28 novembre dall’assessore Barcaioli, che introduce ulteriori tagli e accorpamenti in totale difformità rispetto alle decisioni assunte e senza alcun confronto preventivo.» Lo afferma Nilo Arcudi, capogruppo di Umbria Civica, che ha depositato un’interrogazione urgente chiedendo alla Giunta di spiegare motivazioni e finalità dell’intervento.
«Il caso clamoroso di Gubbio: prima approvano la proposta del territorio, poi la smentiscono. Quanto accaduto – prosegue Arcudi – è emblematico del caos generato dal metodo Barcaioli – La DGR 1048/2025 recepiva integralmente la proposta condivisa dal territorio, senza prevedere alcun ridimensionamento del circolo didattico. Poi, all’improvviso, con il nuovo atto, l’assessore Barcaioli dispone la chiusura del circolo scolastico, ignorando la posizione del Comune, della Provincia e delle istituzioni scolastiche. Una decisione assunta senza confronto, senza istruttoria chiara e in contraddizione con quanto la stessa Regione aveva approvato poche settimane prima. Il risultato? Smarrimento, proteste, incertezza per famiglie, insegnanti e studenti. Una gestione che rischia di minare la credibilità dell’intero sistema.»
Arcudi richiama anche il confronto nazionale affermando « La Toscana difende le scuole, l’Umbria le riduce. La Regione Toscana, per due anni consecutivi, ha scelto di non procedere al dimensionamento, ritenendo prioritario salvaguardare autonomie scolastiche, dirigenti, docenti e personale ATA. Una scelta di responsabilità per tutelare i territori, l’offerta formativa e perfino l’economia locale. L’Umbria invece – con l’atto portato dall’assessore Barcaioli – imbocca la strada opposta: taglia, accorpa, centralizza. E lo fa senza ascoltare nessuno. Barcaioli ritiri l’atto e riapra il confronto. Non si governa la scuola contro i territori. A questo punto – conclude Arcudi – la Giunta regionale e l’assessore Barcaioli devono ritirare immediatamente l’atto del 28 novembre e riaprire il confronto con Comuni, scuole e parti sociali. Il caso di Gubbio dimostra che questo provvedimento non è solo sbagliato nel merito, ma anche pericoloso nel metodo: crea confusione, penalizza i territori e mette a rischio la continuità educativa. La scuola non si governa con decisioni calate dall’alto: serve ascolto, trasparenza e rispetto per le comunità educative».


























