Centri antiviolenza a Perugia “Nessuna chiusura ma un rafforzamento del servizio grazie all’approvazione del regolamento regionale”

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Sono apparse sulla stampa nelle ultime ore notizie relative ad una presunto rischio di chiusura dei centri antiviolenza, su segnalazione dell’associazione gestrice del servizio “Liberamente donna”. A fare luce sulla situazione è l’assessore ai servizi sociali e pari opportunità del Comune di Perugia Edi Cicchi, che smentisce con forza ogni ipotesi di chiusura dei centri, evidenziando come si vada, invece, verso un significativo rafforzamento del servizio grazie all’ormai prossima approvazione del regolamento regionale che metterà ordine alla materia. Nel frattempo, in attesa di questo passaggio formale ed in via transitoria, la gestione dei centri non verrà modificata rispetto al passato garantendo la piena funzionalità del servizio in ragione appunto degli accordi sottoscritti da comuni interessati ed associazione gestrice.

Ma andiamo per ordine.

Il centro antiviolenza di Perugia – ricorda l’assessore Cicchi – nasce nel 2014 a seguito di un progetto condiviso tra associazione Liberamente Donna, Comune di Perugia e Regione Umbria. Fino ad oggi, tuttavia, questa materia non è mai stata adeguatamente disciplinata, in mancanza di un regolamento unico regionale.

E’ per tale ragione che da circa 5 anni tutti i soggetti competenti ed interessati, ossia Regione dell’Umbria, Comuni (in primis Perugia e Terni dove hanno sede le strutture residenziali) , Associazione Liberamente Donna e altri centri diffusi nei territori stanno lavorando assieme ed in forma condivisa per arrivare all’adozione di un regolamento unico regionale che possa consentire di normare in maniera adeguata il funzionamento dei centri antiviolenza, così come avviene per tutti gli altri servizi di carattere sociale dando dunque piena dignità ai centri che fino ad oggi hanno operato con singoli accordi di collaborazione.

La novità – annuncia Edi Cicchi – è che questo percorso è ormai prossimo a vedere la luce, visto che la bozza di regolamento predisposta ha avuto, proprio nella giornata di ieri, il parere favorevole da parte del CAL (Consiglio delle Autonomie Locali).

Tutto questo, in particolare, grazie alla forte spinta operata in tal senso dal Comune di Perugia che da sempre e in questa fase, tramite l’assessore Cicchi, si è assunto un ruolo da propulsore contribuendo a superare le resistenze poste in essere dai rappresentanti in seno al Cal del centro-sinistra.

In tale contesto restano comunque in vigore, gli accordi in essere che ogni singolo comune ha sottoscritto con le associazioni e dunque anche l’accordo del Comune di Perugia che per l’effetto terrà fede a tutti gli impegni assunti finora, ivi compresi quelli di natura economica, senza alcuna modifica rispetto al passato.

“Voglio smentire con forza quanto apparso nel comunicato diffuso dall’associazione Liberamente Donna – commenta l’assessore Edi Cicchi – che mi ha stupito per i toni, i contenuti e le tempistiche adottate. L’associazione sa bene che non vi è da parte del Comune di Perugia alcuna volontà di chiudere i centri antiviolenza, bensì di rafforzare il sistema dando una regolamentazione allo stesso.  Stupisce, pertanto, che quest’ultima oggi voglia sostenere il contrario avendo direttamente preso parte al percorso di definizione dei servizi che non comprenderanno solo le strutture residenziali ma anche gli sportelli, le Case rifugio, le Casa rifugio di emergenza urgenza, le Soluzione abitative temporanee, le Case di semi autonomia, definendone gli standard strutturali e di personale, anche a tutela delle donne lavoratrici dei Cav e delle volontarie che svolgono il loro prezioso lavoro.

Mi sia consentito, anzi, in questo frangente ringraziare di cuore tutti gli operatori dei centri antiviolenza e delle strutture collegate per lo straordinario lavoro che hanno svolto finora e che continuano a svolgere soprattutto in un momento così delicato a causa della perdurante pandemia.

Trovo comunque eticamente scorretta la tempistica con cui l’associazione ha diffuso il comunicato alla stampa, ossia alla vigilia delle festività di Pasqua. Paventare una ipotetica chiusura del centro significa creare un allarme sociale che non ha alcun fondamento nella realtà, mettendo in forte difficoltà donne alle prese con situazioni particolarmente difficili. La realtà, invece, è che il progetto dei centri antiviolenza verrà fortemente rafforzato con l’approvazione del regolamento stabilendo una uniformità a livello regionale di servizi ormai diffusi in tutta la regione e nei singoli comuni che sia sempre più adeguato alle crescenti esigenze delle donne vittime di violenza e delle operatici che vi operano”.

In linea con questo programma di crescita del servizio, Edi Cicchi annuncia fin da ora che vi saranno a breve ulteriori novità in senso migliorativo a conferma della volontà da parte dello stesso assessore, peraltro coordinatrice della consulta welfare di Anci, di ampliare la rete rafforzando il sistema grazie all’apporto di ulteriori soggetti istituzionali.