Bankitalia: è cresciuto del +0,8 nel 2015 il P.I.L. in Umbria

1183
Federmanager Perugia, Roberto Peccini confermato alla presidenza
   

Nel 2015 il livello di attività economica in Umbria ha mostrato una moderata espansione, dopo un prolungato periodo di flessione. Secondo le stime disponibili, il prodotto interno lordo regionale è aumentato dello 0,8 per cento, in linea con la media nazionale. E’ quanto emerso nel corso della presentazione del Rapporto sull’economia dell’Umbria da parte della Banca d’Italia. Il crescente sostegno delle esportazioni, aumentate del 6,4 per cento – riferisce una nota – si è accompagnato a una lieve ripresa della domanda interna, sia nella componente dei consumi sia in quella degli investimenti. Le aspettative formulate dagli operatori per l’anno in corso prefigurano una prosecuzione della fase di moderata crescita. Sgalla (Cgil Umbria), per una vera ripresa serve un progetto per l’Umbria. “Il fatto che nel 2015, dopo molti anni di pesanti perdite in termini di ricchezza prodotta, il Pil dell’Umbria abbia registrato una piccola risalita dello 0,8% è un fatto senz’altro positivo, tuttavia non possiamo dimenticare da dove siamo partiti e quanto profondo è il buco nel quale siamo precipitati negli anni della crisi”. Così Vincenzo Sgalla, segretario generale della Cgil dell’Umbria, ha commentato il rapporto sull’economia regionale presentato oggi da Bankitalia. “Dal 2008 al 2014 – ricorda il segretario Cgil – il Pil umbro ha fatto registrare il peggiore risultato in assoluto tra tutte le regioni d’Italia, e non mi sembra di ricordare che nel 2008 fossimo una regione particolarmente ricca. Per non parlare della produzione industriale e degli investimenti delle imprese, che sono letteralmente sprofondati, anche a causa di un sistema imprenditoriale che mostra tutti i suoi evidenti limiti e di un’arretratezza infrastrutturale che ci penalizza fortemente. Per questo, i piccoli segnali di ripresa che si riscontrano oggi non possono certo bastare: è necessario mettere in campo azioni politiche articolate, che, sfruttando le ingenti risorse europee a disposizione della nostra regione, indichino chiaramente quale direzione si vuole prendere per il nostro sistema manifatturiero, per il turismo, per le infrastrutture”. “Insomma – conclude Sgalla – serve un progetto complessivo e condiviso per l’Umbria, altrimenti tra un anno, se le cose andranno bene, saremo di nuovo a commentare uno zero virgola”. Claudio Ricci (Rp): “Negli anni della crisi il Pil regionale è diminuito più di quello italiano”. Anche per Claudio Ricci (Rp) la ripresa dell’economia umbra “si registra ma è molto lenta”, “con un livello di ‘debolezza interna regionale’ più alto di quello italiano: infatti dagli anni della crisi ad oggi il Pil dell’Italia è calato del -10 per cento, mentre il dato dell’Umbria indica un -14 per cento”. Ricci rileva inoltre che anche per quanto riguarda gli investimenti il dato umbro è peggiore: “in Italia sono diminuiti del 30 per cento mentre in Umbria del 35. Gli occupati, inoltre, nel 2015 sono, invece, aumentati in Umbria del +3.1 per cento, ma ancora c’è molto da recuperare rispetto al -10 per cento nell’industria e al -30 dell’edilizia registrati dell’inizio della crisi”. “Dalle indicazioni generali – conclude Ricci – emergono ancora molti elementi da migliorare: trasporti e infrastrutture; sostegno, anche con il credito bancario, alle imprese che investono anche nei settori innovativi, come trattamento dei dati e nuove tecnologie, stampanti tridimensionali e robotica; semplificazione e sviluppo di reti commerciali all’estero, anche attraverso Internet e i social network”.