Garantire alle persone anziane affette da frattura del femore un approccio assistenziale e riabilitativo appropriato, uniforme e omogeneo in tutto il territorio regionale: con questo obiettivo la Giunta regionale dell’Umbria, su proposta dell’assessore alla Coesione sociale e Welfare, Luca Barberini, ha approvato le linee di indirizzo vincolanti per il percorso diagnostico, terapeutico, assistenziale e riabilitativo del paziente anziano ospedalizzato per frattura di femore.
“Lo scopo principale del documento – ha spiegato l’assessore Barberini – è di fornire ai clinici ed alle direzioni aziendali indicazioni coerenti con le linee guida internazionali sia sulla gestione dei pazienti, che sugli aspetti organizzativi. In pratica – ha aggiunto – è stato strutturato un percorso di cura con indicazioni sulla gestione del Pronto Soccorso, sul management della fase acuta, sul trattamento post-acuto e la successiva presa in carico riabilitativa”.
L’assessore ha inoltre precisato che il testo approvato dalla Giunta regionale affronta anche alcuni aspetti correlati con la frattura di femore, quali la prevenzione primaria delle fratture stesse e la valutazione del rischio di caduta:
“In Umbria dal 2006 al 2011 – ha reso noto l’assessore Barberini – è stato osservato un incremento progressivo del numero di ricoveri per frattura di femore negli ospedali regionali, pari al 4.73 per cento. L’incidenza è passata dal 6.8 all’8.1 per 1000 residenti ultrasessantacinquenni che rappresentano il 93 per cento dei ricoverati per frattura di femore, con un forte interessamento delle fasce di età tra 75-84 anni e 85-94 anni. Nel 2011 le fratture di femore osteoporotiche (1809 casi) rappresentano il 53 per cento di tutti i ricoveri ospedalieri per frattura (3409). Dal 2006 al 2011, l’accesso all’intervento chirurgico entro le 48 ore è passato dal 43.9 per cento al 33.3 per cento, la durata media di degenza ospedaliera è progressivamente aumentata, passando da 10.86 a 11.60 giorni. Dai dati relativi al 2013 risulta che il 14,7 per cento dei pazienti anziani dimessi dal reparto per acuti dopo frattura di femore entra in riabilitazione intensiva/estensiva entro 30-60 giorni ed il 55 per cento dei pazienti viene seguito in assistenza domiciliare integrata”.
“Alla luce di questi dati – ha evidenziato Barberini – è stato deciso di strutturare un percorso affinché l’assistenza al paziente anziano con fratture di femore possa contare su un approccio multidisciplinare integrato del tipo co-management ortogeriatrico costituito dall’ortopedico, dal geriatra, dall’anestesista, dal fisiatra, dal fisioterapsita e dall’infermiere, ovviamente con ruoli e responsabilità specifiche”.
L’assessore Barberini ha quindi precisato che “le linee guida adottate dalla Giunta sono frutto del risultato del progetto pilota OrtoGeriatria condotto per sei mesi nel 2012 nell’azienda ospedaliera S. Maria della Misericordia di Perugia, e che ha dimostrato come il comanagement ortogeriatrico sia in grado di aumentare l’accesso all’intervento chirurgico entro 48 ore, ridurre le complicanze peri-operatorie, la mortalità intraospedaliera, la degenza in ospedale – il 50 per cento dei pazienti sono stati dimessi entro 7 giorni dall’ingresso – e aumentare la percentuale di pazienti dimessi in condizioni cliniche più stabili”. Nel percorso dall’ospedale al domicilio è di fondamentale importanza la dimissione precoce e la continuità assistenziale clinico-riabilitativa dei pazienti che sarà resa possibile grazie alla pianificazione precoce del percorso da adottare con il coinvolgimento del team multidisciplinare intraospedaliero, quindi ortopedico, geriatra, fisiatra, fisioterapista, infermiere, assistente sociale, dei referenti dei servizi territoriali coinvolti, del responsabile del distretto, del paziente stesso e dei suoi familiari. Al momento della dimissione andrà definito un progetto assistenziale clinico-riabilitativo in continuità di cure e nel setting assistenziale più appropriato.