“Arte e Follia” di Ligabue e Ghizzardi inaugurata a Gualdo Tadino da Sgarbi

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Il binomio genio follia, che ha trovato spesso la sua migliore sintesi nella figura dell’artista, per le enormi potenzialità creative, espressive ed emotive che da tale connubio possono scaturire, ha sempre suscitato grande curiosità e attenzione sia tra gli esperti che tra il pubblico meno preparato. Ora questo legame ha trovato in Umbria, e precisamente a Gualdo Tadino, il luogo dove poter essere apprezzato e goduto al meglio grazie alla mostra ‘Arte e follia. Antonio Ligabue e Pietro Ghizzardi’ dedicata appunto a questi due grandi artisti italiani del Novecento. Un evento curato da Vittorio Sgarbi e organizzato da Augusto Agosta Tota, presidente del Centro studi e archivio Antonio Ligabue di Parma che ha fornito la consulenza scientifica. Il coordinamento generale è invece affidato a Catia Monacelli, direttore del Polo museale di Gualdo Tadino, promotore dell’evento insieme ad amministrazione comunale cittadina, Regione Umbria e Fondazione Cassa di risparmio di Perugia. L’esposizione, che raccoglie 80 opere, è ospitata nella chiesa monumentale di San Francesco ed è stata inaugurata domenica 17 aprile. Presenti al taglio del nastro, oltre agli stessi Sgarbi, Tota e Monacelli, anche Fernanda Cecchini, assessore alla cultura della Regione Umbria, Massimiliano Presciutti, sindaco di Gualdo Tadino, Marzio Dall’Acqua, storico ufficiale di Antonio Ligabue, e Carlo Colaiacovo, presidente uscente della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia. “Ligabue e Ghizzardi – ha commentato Sgarbi –  sono i due artisti che più di tutti esemplificano il rapporto tra genio, arte e follia. Sono la testimonianza stessa di cosa può produrre una dimensione di turbamento e alterazione della mente e quale intensa creatività ne può nascere”. “Un effetto effervescente – ha spiegato Sgarbi –, euforico e straripante come nel caso di Ligabue, con un mondo di animali selvaggi, la loro violenza e potenza, ma anche con il mondo contadino rurale e la mitezza degli animali da cortile, e tanti autoritratti che segnano il confronto tra se stesso e la sua psiche. Ghizzardi, che invece non ha avuto ricoveri in manicomio, esibisce comunque un’umanità tormentata con la rappresentazione di figure umane solitarie, complementari a quelle di Ligabue il quale dipinge soprattutto animali”. “Sono due artisti – ha affermato Agosta Tota – che compongono una coppia vincente e benché non siano paragonabili tra di loro sono entrambi di altrettanto interesse artistico”. In particolare, in ‘Arte e follia’ sono esposte 26 opere di Ghizzardi e 54 di Ligabue. “Ligabue – ha raccontato Dall’Acqua – ha una biografia leggendaria, legata all’emarginazione sociale e all’emigrazione, che ha sempre suscitato grande emotività. I suoi temi sono semplicissimi ma sempre trattati con eccesso. Potremmo definire questa esposizione la mostra dei maestri dell’anima, di coloro, cioè, che scavano nel profondo con linguaggi tra di loro così diversi: in Ghizzardi incentrati nella psicologia dei suoi personaggi, in Ligabue nella lotta per la vita”. La mostra resterà visibile fino al 30 ottobre, da martedì a domenica compresi i festivi, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. “Gualdo Tadino – ha detto Monacelli – ha un legame strettissimo con l’arte, con ben sei musei e tante mostre allestite periodicamente. Quello che abbiamo appena inaugurato è un evento di rilievo nazionale che giunge qui dopo aver fatto registrare decine di migliaia di presenze nei precedenti allestimenti di Mantova e Parma. Durerà oltre sei mesi e sarà di sicuro interesse per tutti, dal turista al gualdese, dall’esperto allo studente”. “Un simile evento – ha ricordato Presciutti – può essere volano di sviluppo e attrattiva per la nostra comunità. Realizzarlo ha richiesto grande impegno frutto di un lavoro di squadra che ha coinvolto anche tante imprese locali”. “L’Umbria – ha aggiunto Cecchini – ha un enorme numero di bellezze artistiche, architettoniche, ambientali e paesaggistiche sparse in tutto il territorio. La sfida è riuscire tutti insieme a valorizzarle”.