Al Teatro Comunale di Todi “Danny e il profondo blu”

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Danny e il profondo blu sarà in scena Teatro Comunale di Todi il 3 giugno 2017. Dopo il debutto in prima nazionale al Teatro Garibaldi di Palermo e il successo al Teatro Delfino di Milano (febbrio/marzo 2016) e a Napoli Sala Assoli (aprile 2017), con la regia di John R. Pepper, del drammaturgo John Patrick Shanley (premio Oscar per la sceneggiatura di Stregata dalla luna e premio Pulitzer e Tony Award per Il dubbio). Due anime disperatamente sole si incontrano in un bar, ferite e brutali, desiderose di amore, in un Bronx ruvido e aspro. Danny e il profondo blu, è un lavoro tenero e violento che Pepper, regista italo-americano, molto attivo negli Stati Uniti, Francia e Russia, mette in scena con Giulia Morgani e Leonardo Sbragia, ambientandolo in un bar del Bronx. Una “danza apache” portatrice di un messaggio universale, capace di commuovere e toccare con la forza dirompente delle parole; personaggi “violenti ed usurati, inarticolati e bramosi di parlare, pericolosi e vulnerabili”. Danny, camionista e Roberta, divorziata e complessata, combattono rudemente per arrivare fino a domani. La notte li porterà a conoscersi e abbassare lentamente le difese e perdonarsi.

Note di regia – Un bar, un incrocio in mezzo al nulla. Due anime perse che si ritrovano per dimenticare i loro dolori, dove vecchi tavolini nascondono delle sedie slivellate, dove la birra si beve in brocche e i posacenere non sono svuotati. Qui la violenza è ricorrente, nel vocabolario e nei gesti. Roberta provoca – Danny minaccia, Roberta seduce – Danny non si fida. Tutto è nel combattimento, è una danza ‘capuera’ senza tregua che deve determinare il posto di ognuno. La ragazza torturata non smette di muoversi. l’uomo, al contrario, vuole il riposo dell’immobilità. Il loro dolore urla, è palpabile: che sia qui, che sia nel Bronx o altrove, ovunque, nel mondo c’è la stessa sofferenza, solitudine e lo stesso sentimento di abbandono. Shanley scrive questo incontro atipico con uno stile ultra realista. Ci dà il sottotitolo – Una Danza Apache – per farci ricordare i duri e puri della malavita di Montmartre di Parigi anni trenta e quaranta dove regnavano i gangster alla Jean Gabin, duri ma con un cuore grande. Con la sua ostinata volontà di scrivere il quotidiano, il suo messaggio diventa universale. Qualche istante di felicità vale tutti i sacrifici. Per accedervi è il nostro cuore che bisogna aprire. Da una parte non possediamo sempre la chiave, dall’altra rinunciare al nostro mistero più intimo, è un po’ come dare il bastone con cui si viene battuti. Ciò nonostante, le confessioni notturne e soprattutto quelle del giorno dopo, rafforzano e riavvicinano qui, in fondo al Bronx. In una stanza illuminata da una lampada che sembra la luna o nel profondo mare blu in cui danzano e volano le balene, abbiamo tutti diritto alla felicità e alla libertà. Il testo è crudo, violento, sensuale, ma non volgare – è un inno all’amore. Shanley ci ricorda che noi tutti abbiamo questo coraggio, questo potere di amare ed essere amati. I suoi personaggi sono bruciati vivi, innamorati, teneri e violenti. Fanno parte del nostro mondo quotidiano.

John Randolph Pepper – Nato nel 1958, John è cresciuto a Roma. Laureato in Storia dell’Arte all’Università di Princeton, intraprende la carriere di pittore vincendo nel 1975 il Whitney Painting Fellowship. Nel cinema debutta da bambino in CLEOPATRA (è il figlio di Liz Taylor) per poi lavorare come assistente regista con Joseph Losey, George Roy Hill e Dan Curtis. Pepper è l’ultimo ‘protetto’ di Eduardo de Filippo (1983/1984) e nel 1986 dirige la prima produzione americana di VOCI DI DENTRO al Festival di Spoleto (USA). Nel 1992 produce il film LA PESTE, dal romanzo di Albert Camus, per la regia di Luis Puenzo. Negli anni ’90 e inizio 2000 dirige teatro a Parigi e in Europa. Nel 2012 è il primo direttore straniero invitato al Drama Theatre on Vasilievsky (Teatre Satir) dove dirige MATILDE di Israel Horovitz a San Pietroburgo; lo spettacolo e nel 4 anno di repertorio. Nel 2000 mette in scena DANNY ET LE GRANDE BLEU al Teatro Proscenium di Parigi, al Festival d’Avignon (dov’è il più gran successo della stagione al Teatre Golovine) e di nuovo al Teatre Déjazet a Parigi dove Lea Drucker riceve la nomination per Migliore Attrice. Nel 2002 dirige la versione cinematografica PAPILLIONS DE NUIT che vince il Prix du Public al Festival de Sarlat. Ha completato nel 2016 la sua seconda regia in Russia, TRUE WEST di Sam Sheppard a San Pietroburgo, Russia, dove entra in repertorio.

John Patrick Shanley – Americano di origini Irlandesi, nato a New York nel 1950 è sceneggiatore, regista e drammaturgo. Nel 1988 ha vinto l’Oscar alla migliore sceneggiatura originale per il film diventato un cult Stregata dalla luna con una fantastica Cher e Olympia Dukakis (entrambe vincitrici dell’Oscar per l’interpretazione) e con Nicolas Cage. Nel 2005, con Il Dubbio, Premio Pulitzer per la drammaturgia da cui ha realizzato, nel 2008, il film con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman e Amy Adams. Lavora al teatro (e cinema) sia come drammaturgo che come regista.