Agorà: la scuola di formazione politica e sociale della Diocesi di Città di Castello, e Stromata propongono uno studio sul territorio

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Agorà, scuola di formazione politica e sociale della diocesi di Città di Castello, ha avviato un percorso di studio e analisi di tutti i comuni della diocesi tifernate, presentato in occasione del convegno “Abiatre la città” che si è recentemente svolto a Citerna, presso la Sala degli Ammassi alla presenza, tra gli altri, di S.E. Mons. Domenico Cancian e dell’assessore alla cultura del comune di Citerna Giulia Gragnoli. Come dichiarato dal Professor Massimiliano Marianelli, direttore della scuola Agorà nonché coordinatore CEU per la pastorale del lavoro, la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato: “ Questo prosegue il percorso da anni avviato da Agorà e che ora, oltre a prevedere la collaborazione dell’associazione culturale Stromata, è condiviso con il Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione dell’Università di Perugia nonché con le istituzioni locali, al fine di perseguire il bene comune della città, inteso non come somma di interessi privati ma come bene condiviso e come impegno per un Nuovo Umanesimo . Questo progetto che come scuola Agorà abbiamo deciso di sperimentare non ha nessuna pretesa scientifica, non è questo il nostro ruolo: vorremmo invece, attraverso questa iniziativa, creare importanti occasioni di riflessione e confronto sul nostro territorio aperte ai cittadini, alle associazioni di categoria e alle istituzioni locali al fine tessere una rete virtuosa che persegua il bene comune del territorio.” La proposta è stata accolta con grande entusiasmo dall’amministrazione di Citerna attraverso la mediazione dell’assessore Gragnoli: “Ci sembra un progetto molto interessante e l’amministrazione è disponibile ad un confronto con la scuola Agorà nonché con le altre realtà virtuose del comprensorio per una progettazione condivisa del territorio.” Il progetto promosso da Agorà ha preso il via dal comune di città di Castello. Infatti, l’Avv. Rossella Tricarico e la dott.ssa Eleonora Corgiolu hanno presentato una relazione intitolata “La questione abitativa nella nostra realtà” incentrata sull’analisi della realtà del comune di Città di Castello. “Come primo passo –hanno spiegato – abbiamo raccolto alcuni dati inerenti la popolazione e la struttura urbanistica attraverso la collaborazione dell’ufficio anagrafe, del vicesindaco e assessore all’Urbanistica Michele Bettarelli, dell’architetto Mariani. Abbiamo inoltre contattato i componenti dell’associazione Architetti nell’Altotevere e altri professionisti per un confronto sulla qualità dell’abitare nel comune tifernate. Sul fronte dell’emergenza abitativa, abbiamo raccolto una breve intervista all’assessore ai servizi sociali Andreina Ciubini e all’ingegner Federico Calderini e la Caritas diocesana, inoltre, ci ha fornito alcuni dati. Questo è il primo studio che come scuola Agorà ci proponiamo di effettuare per ogni comune della diocesi. Alcuni dati raccolti sono arrotondati ma il nostro intento è fornire un quadro generale del territorio per offrire spunti di riflessione. Su una popolazione che al 31 dicembre 2014 risulta essere di oltre 40.072 abitanti, le persone con più di 60 anni risultano essere 12.239, cioè il 30, 5 % della popolazione totale; tra di esse le persone sole sono 2.804 e rappresentano il 6,9% della popolazione totale (dati a novembre 2015). Le persone dai 18 ai 30 anni sono complessivamente 4.996 e rappresentano il 12,4% della popolazione totale; tra di essi 3.518 nella famiglia anagrafica cui appartengono hanno la relazione di parentela di figlio/a e risultano il 70,4% dei giovani tra i 18 e i 30 anni (dati a novembre 2015).Il totale dei cittadini stranieri risulta alla data di luglio 2015 di 4059 e rappresenta quindi circa il 10% della popolazione totale. Dalla nostra analisi, inoltre, abbiamo riscontrato che sussiste un’emergenza abitativa per le fasce più deboli della popolazione . A questa emergenza risponde sia il comune attraverso l’edilizia residenziale pubblica sia la Caritas diocesana tramite apposite strutture ma nonostante ciò la risposta sembra essere troppo limitata rispetto alla domanda. Abbiamo inoltre riscontrato che il centro storico di Città di Castello risulta da alcuni anni non è più cuore pulsante di relazioni come anni fa”.