A Santa Maria Nuova di Gubbio inaugurata la mostra di Piero Conestabo

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Quello che si preannunciava come un appuntamento di grande prestigio per il Polo Museale Diocesano di Gubbio, che si è apprestato ad inaugurare lo scorso sabato nella Chiesa di Santa Maria Nuova, la mostra MATERIA COGITANS del noto maestro Piero Conestabo, è stato un successo di critica e di pubblico. L’esposizione, fortemente voluta dagli organizzatori, vede alcune delle opere più significative dell’artista triestino, che sin dagli anni 70’ si è imposto sulla scena artistica italiana, con una pittura allusiva e romanticamente cromatica, con una cifra stilistica assolutamente riconoscibile. Nato a Trieste nel 1952, Conestabo ha frequentato l’Istituto d’arte “E. Nordio” iniziando ad esporre sin da giovanissimo. Ha allestito mostre personali e collettive a Trieste, Milano, Modena, Roma, Genova, Pesaro, Gorizia, Ferrara, Verona ed all’estero in Austria a Spittal, Salisburgo, Graz, Vienna, Germania, Slovenia, Croazia, Portogallo, Gran Bretagna, Svezia, Nord America (Toronto, Los Angeles, Città del Messico, Vancouver) ed in Asia (Tokio, Tsukuba, Hong Kong, Shanghaj), Seychelles. Ha lo studio a Trieste in via Fonderia. L’opera di Piero Conestabo riflette nella forma e nei contenuti la tensione che agita la vita contemporanea, dove le conquiste della scienza e della tecnica, esasperate ai limiti del sovrumano, sono catalizzatori di ansie, di terrore, di angoscia per la lotta della sopravvivenza dell’ umanità. Materiali riciclati si susseguono scanditi o fusi sulla pagina pittorica, illuminata da tracce di acquerello, tempera e smalti. I frammenti quotidiani più comuni e della civiltà industriale sembrano inventare, in un’area di ricerca strettamente connessa alle sperimentazioni d’avanguardia, un mondo assurdo al quale sta portando il degrado ambientale.  L’artista, che investiga sui dati concreti della precarietà di un’esistenza senza certezze, dà vita a situazioni in cui l’uomo si trova ad essere artefice di un inquinamento spaventoso, di sconvolgenti disastri ecologici di cui è egli stesso vittima. L’opera dell’artista triestino nasce dall’intenso bisogno di comunicare un linguaggio fortemente allusivo, con immagini che danno corpo a situazioni diverse e si caricano di profondi significati. Dai quadri astratti, a dominante pittorica, della produzione del passato Conestabo sposta ora la sua attenzione alla corporeità degli oggetti “poveri”, di rifiuto, che una essenziale distribuzione cromatica mette in evidenza. La mostra di Piero Conestabo alla Chiesa di Santa Maria dei Laici sarà aperta al pubblico fino al 27 settembre. Per informazioni chiamare la segreteria organizzativa del Polo Museale Diocesano di Gubbio al numero 0759220904 o scrivere ad info@museogubbio