25 aprile a Città di Castello con una vecchia bici simbolo di libertà

518

È quella della fuga dai lager del tifernate Carlo Rossi

   

Ha partecipato alle celebrazioni del 25 aprile di Città di Castello, in sella ad una vecchia bicicletta, anche il tifernate Paolo Rossi, figlio di Carlo Rossi, che nel maggio del ’44 fu deportato dai nazisti attraverso un doloroso peregrinare fra i fili spinati dei campi di concentramento.

Dopo un anno di stenti e tribolazioni, nell’agosto del 1945, tramite mezzi improvvisati e per piccoli tratti in treno giunse a Bolzano ed ebbe la fortuna di recuperare una vecchia bicicletta, in sella alla quale, dopo un mese riuscì a tornare a casa dalla propria famiglia che ormai non sperava più di vederlo sano e salvo. Una vecchia bici nera simbolo della libertà che ancora oggi è funzionante e con la quale tutte le domeniche fino al 2002, Carlo Rossi (morto all’età di 86 anni) andò a messa.

La storia drammatica di Carlo, della fuga verso la libertà in sella alla bici nera che il destino gli ha fatto trovare nel posto giusto e al momento giusto è stata una dei simboli – ricorda il Comune tifernate – della Giornata della memoria lo scorso gennaio che gli è valsa la medaglia d’onore concessa dal presidente della Repubblica attraverso il prefetto di Perugia, Armando Gradone.

“Essere qui oggi, come sempre – ha detto il figlio Paolo – è solo un piccolo ma doveroso gesto per rendere omaggio ad un uomo, come tanti, che ha pagato il prezzo della crudeltà altrui ma che non ha mai perso la speranza di vivere e la voglia di raccontare regalandoci emozioni, trasmettendo valori e ideali che condividiamo insieme oggi più che mai nella giornata simbolo di quella dolorosa parentesi della nostra storia”.