Water-aided: una moderna tecnica di esecuzione della colonscopia

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Water-aided: una moderna tecnica di esecuzione della colonscopia. Maggiore confort per il paziente e i risultati sono attendibili

   

Nell’immaginario del  paziente la colonscopia è considerata uno degli esami più fastidiosi, tanto da determinare elevati livelli di preoccupazione nel momento in cui si rende necessaria.  Negli ultimi anni, tuttavia, si è diffusa la “water-aided colonoscopy”, che consente  un maggior confort per il paziente ed il mantenimento di elevati standard in termini di efficacia dell’indagine diagnostica.  Si tratta di una tecnica che richiede l’infusione di acqua  invece della insufflazione di gas (tecnica tradizionale), per distendere il lume del colon durante la fase di inserimento del colonscopio. La fase di retrazione si esegue, come di norma, insufflando il colon con aria o CO2″. Il termine “water-aided colonoscopy” comprende in realtà due differenti tecniche di esecuzione dell’esame: la storica “water immersion WI” e la più recente “water exchange WE.

Potenziali vantaggi della water-aided colonoscopy

Per molti anni l’infusione di acqua nel colon, attraverso l’utilizzo di siringhe o pompe di lavaggio, è stata utilizzata in aggiunta all’insufflazione di aria per facilitare l’esecuzione dell’esame ed il raggiungimento del cieco. L’idea di utilizzare l’infusione di acqua in alternativa all’insufflazione di aria si deve al prof. Leung dell’Università della California che nel 2002 ha proposto e collaudato questa nuova tecnica. I dati clinici hanno supportato nel corso degli anni questa brillante intuizione confermando ottime percentuali di raggiungimento del cieco con riduzione del dolore nel corso dell’esame, specie in pazienti non sedati od in regime di sedazione cosciente”. Studi clinici randomizzati, revisioni e meta analisi suggeriscono infatti che, rispetto alla colonscopia con insufflazione di aria, le tecniche di water-aided colonoscopy riducono il dolore provocato dalla spinta di inserimento dello strumento, specialmente nei pazienti con colonscopia difficile (ad esempio post-chirurgia addomino-pelvica).

Principali differenze tra le tecniche di “water immersion” e “water exchange”

La tecnica di water immersion prevede che l’acqua introdotta nel lume colico venga aspirata prevalentemente durante la fase di retrazione dello strumento endoscopico; nel corso degli anni ne sono state descritte diverse varianti (da una assoluta assenza di aria insufflata, all’utilizzo di temporanei “switch-on” dell’aria per il superamento di brevi tratti di colon). La tecnica di water exchange rappresenta una evoluzione della water immersion ed è oggi considerata la tecnica di scelta per eseguire la colonscopia con acqua. La procedura in questo caso è standardizzata e richiede la completa esclusione dell’insufflazione con aria, la contemporanea infusione di acqua e rimozione di sacche di aria e feci residue durante la fase di inserimento dello strumento endoscopico; ne consegue che la maggior parte di acqua introdotta venga  rimossa durante la fase di introduzione dello strumento e che la visualizzazione del lume colico avvenga attraverso acqua completamente limpida. Questa tecnica consente di minimizzare l’allungamento del colon e migliora la pulizia finale del viscere.

La water-aided colonoscopy migliora i criteri di qualità della colonscopia

La water immersion aumenta la percentuale di raggiungimento del cieco senza risultare statisticamente superiore alla tecnica con aria o CO2 nell’adenoma detection rate (ADR: percentuale di lesioni polipoidi rilevate). La water exchange oltre ad aumentare la percentuale di raggiungimento del cieco, si è dimostrata in grado di migliorare l’ADR e ridurre il discomfort legato alla procedura endoscopica in pazienti non sedati od in sedazione cosciente. Inoltre, la tecnica di WE ha consentito di migliorare gli scores di pulizia complessiva del colon (Boston Bowel Preparation Scale). I limiti delle tecniche di colonscopia con acqua sono sostanzialmente gli stessi della tecnica convenzionale con aria ovvero il grado di pulizia del colon dopo preparazione intestinale. La water exchange ha inoltre dimostrato tempi di esecuzione della colonscopia significativamente più lunghi della tecnica convenzionale.

Difficoltà di esecuzione delle tecniche “water-aided” e prospettive future

Le tecniche water-aided richiedono una certa dimestichezza nell’intuire dove dirigere lo strumento endoscopico all’interno del lume colico non disteso da aria. E’ necessario acquisire un certo coordinamento nell’infondere  e aspirare acqua, oltre a saper riconoscere reperi anatomici e patologici in immersione. Studi clinici recenti suggeriscono che l’associazione di water exchange nella fase di introduzione del colonscopio e di insufflazione con CO2 (non aria) nella fase di retrazione producano il minor discomfort per il paziente durante e dopo la procedura, con le più elevate percentuali di adenoma detection rate (ADR”).

Dr.ssa Federica Rondoni