Terremoto, svelato il mistero della voragine di Castelluccio

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La ”voragine senza fondo” della piana di Castelluccio non è più un mistero. Questo stando ad alcuni ricercatori della sezione di Geologia dell’Università di Camerino e tecnici della Regione Marche, che hanno studiato l’area dopo gli eventi sismici iniziati il 24 agosto e proseguiti con le scosse del 26 e 30 ottobre. Piero Farabollini e Gianni Scalella hanno riconosciuto oltre 30.000 effetti di superficie, tra i quali appunto “la voragine senza fondo” della piana di Castelluccio. Hanno fotografato il pozzo e verificato che si tratta di una riattivazione di una delle doline che caratterizzano il lato sud-orientale della piana. La cavità, spiega Scalella, mostra sedimenti dovuti a depositi fluviali e lacustri di età recente. Lo scuotimento dovuto al sisma avrebbe prodotto l’assestamento dei materiali che compongono la piana, elementi di natura sciolta, facilmente comprimibili. Un fenomeno tipico di queste aree carsiche, che diventa evidente con terremoti di magnitudo superiori a 6-6.5.