“Mi piacerebbe rifare la Dakar perché il prossimo anno parte dal Perù, dalla nazione in cui ho avuto il mio incidente nel 2003 in seguito al quale è cominciata la mia seconda vita”.
Con queste parole Gianluca Tassi ha chiuso la sua intervista a “La Vita in Diretta”, andata in onda mercoledì 7 giugno su Rai 1. Il pilota perugino disabile è stato intervistato da Marco Liorni per parlare della sua ultima avventura: la partecipazione all’edizione 2017 della Dakar, la gara off road più difficile al mondo che dal 2 al 14 gennaio ha toccato gli stati del Paraguay, Bolivia ed Argentina. Gianluca vi ha preso parte in veste di primo italiano pilota disabile a compiere questa impresa e lo ha fatto non solo concludendola ma conquistando un onorevole 42esimo posto nella categoria auto (erano partiti in 79 e sono arrivati in 59), giungendo anche primo della classe T2. L’intervista è avvenuta solo adesso in quanto Tassi, dopo la Dakar, ha avuto bisogno di cure che lo hanno costretto a restare alcuni mesi ricoverato presso l’Unità spinale unipolare dell’ospedale di Perugia. Incitato dalle domande di Liorni, Gianluca ha parlato della sua vita prima – quando in sella alla sua moto ha vinto 16 titoli nazionali ed uno europeo – e dopo l’incidente del 2003 dove ha perso l’uso degli arti inferiori.
“Ho scoperto di essere più sensibile a certe cose che prima non vedevo”
, ha proseguito Tassi.
“E per questo motivo – ha continuato – ho creato una scuola guida per disabili per poter indirizzare le persone e dargli un aiuto concreto per il loro quotidiano”.
Gianluca, infatti, ha fondato la onlus “Uno di Noi” – di cui è presidente – e la Evolution Driving School, prima ed unica struttura didattica che organizza corsi di avviamento e perfezionamento alla guida di veicoli per giovani con disabilità e stage di assistenza psicologica di primo approccio alla guida assistita. Durante l’intervista hanno parlato del 55enne perugino, tramite alcuni servizi esterni o videomessaggi, la madre, i figli, gli amici ed il presidente del Comitato Italiano Paralimpico, Luca Pancalli, che ha sottolineato la forza di volontà del pilota che è un esempio per tutti i disabili. Gianluca, parlando della sua esperienza alla Dakar, ha ringraziato i suoi compagni di avventura: il navigatore toscano Massimiliano Catarsi e il perugino Alessandro Brufola Casotto.
“Loro hanno affidato la loro vita a me – ha detto infine – ed io la mia a loro. La cosa che ricordo con piacere è stato il grande calore che ho ricevuto in Bolivia, quando il presidente è sceso dal palco solo per salutare me”.