Neoplasia allo stomaco: alta incidenza in Umbria

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Neoplasia allo stomaco: alta incidenza in Umbria. Particolarmente colpita la provincia di Perugia, con tassi di malattia di circa 28 casi ogni 100.000 abitanti negli uomini e 13 nelle donne

   

Il tumore dello stomaco, nonostante il progressivo decremento dei tassi di incidenza, dato legato principalmente all’eradicazione dell’infezione da Helicobacter pylori, rappresenta ancora oggi la terza causa di morte cancro-relata a livello mondiale.

La regione Umbria è considerata, complessivamente, zona ad alta incidenza di questa neoplasia, in particolare l’area geografica compresa tra le province di Perugia, Pesaro e la bassa Romagna, con tassi di malattia di circa 28 casi ogni 100.000 abitanti negli uomini e 13 nelle donne.

La genesi di questo tumore è multifattoriale e nel corso degli anni sono stati identificati specifici fattori di rischio legati al tipo di dieta, all’infezione da Helicobacter pylori, al fumo di sigaretta ed allo sviluppo di condizioni e lesioni precancerose gastriche.

La maggiore quota di tumori gastrici sono adenocarcinomi di tipo intestinale il cui sviluppo si estrinseca attraverso una cascata di condizioni e lesioni precancerose rappresentate dalla gastrite atrofica, dalla metaplasia intestinale e dalla displasia.

Saper gestire in modo appropriato i pazienti con condizioni e lesioni precancerose è fondamentale per ridurre incidenza e mortalità per cancro gastrico.

La gastrite atrofica e la metaplasia intestinale sono le più note condizioni precancerose e si associano ad un aumentato rischio di sviluppare cancro gastrico attraverso lo sviluppo di displasia, la vera lesione precancerosa gastrica.

L’infezione da Helicobacter pylori è la principale causa di gastrite atrofica e metaplasia intestinale, in particolare in soggetti geneticamente suscettibili (portatori del genotipo IL1-RN*22) ed in presenza di ceppi a maggiore virulenza (Cag A+).

Altri fattori di rischio noti per lo sviluppo di condizioni precancerose sono rappresentati dall’età (> 45 anni) e da una storia familiare di I° grado per cancro gastrico.

La genesi multifattoriale del cancro gastrico non consente, ancora oggi, una gestione standardizzata dei pazienti affetti da queste condizioni precancerose.

Recentemente sono state pubblicate linee guida edite dalla ESGE (Società Europea di Endoscopia Digestiva) che forniscono importanti raccomandazioni per la diagnosi, il trattamento e la sorveglianza di questi pazienti considerati a maggior rischio di sviluppare cancro gastrico.

Complessivamente, il rischio di cancro gastrico è troppo basso per giustificare una sorveglianza endoscopica (ripetizione sequenziale dell’esame endoscopico superiore ed istologico) in tutti i pazienti con riscontro di condizioni precancerose.

Le recenti linee guida ESGE raccomandano una sorveglianza endoscopica solo nei soggetti con stadi avanzati di gastrite atrofica e metaplasia intestinale (secondo i sistemi OLGA ed OLGIM).

In presenza di displasia vi è, altresì, una indicazione ad un più stretto follow-up endoscopico ed istologico da effettuare con tecniche di endoscopia avanzata (magnificazione ed NBI).

L’approccio diagnostico ottimale è tramite tecniche moderne ed avanzate di endoscopia ad alta definizione di immagine, come la cromoendoscopia a magnificazione e la cromoendoscopia elettronica con narrow band imaging (NBI).

Queste metodiche si sono dimostrate più accurate, rispetto alla sola endoscopia tradizionale a luce bianca, nell’identificare la metaplasia intestinale e la displasia.

Queste moderne tecnologie, tuttavia, richiedono tempi di esecuzione più lunghi rispetto al tradizionale esame endoscopico, operatori esperti e formati, e non sono ancora disponibili su ampia scala a livello nazionale.

Secondo le già citate linee guida ESGE, inoltre, l’esame endoscopico superiore dovrebbe includere un adeguato campionamento bioptico della mucosa gastrica finalizzato alla ricerca di Helicobacter pylori, condizioni e lesioni precancerose, oltre, ovviamente, alla tipizzazione istologica di eventuali altre lesioni rilevate (ulcere etc.).

Negli ultimi anni sono stati, inoltre, introdotti anche test sierologici per la diagnosi non invasiva della gastrite atrofica (dosaggio plasmatico della gastrina e del pepsinogeno I e II).

Questi test potrebbero, in futuro, essere utilizzati come test di screening per identificare soggetti da sottoporre a valutazione endoscopica e bioptica.

Nei pazienti con gastrite atrofica e/o metaplasia intestinale è fortemente raccomandata la terapia di eradicazione dell’Helicobacter pylori.

Questo approccio terapeutico si è dimostrato efficace nel ridurre di oltre il 30% il rischio di sviluppare un cancro gastrico, dato ancora più evidente quando la terapia viene instaurata in pazienti con minima estensione di gastrite atrofica o metaplasia intestinale (stadi precoci secondo le classificazioni OLGA ed OLGIM).

L’adozione di un corretto stile di vita, con abolizione del fumo di sigaretta, rappresenta un intervento di dimostrata efficacia nel ridurre l’incidenza di cancro gastrico.

Concludendo l’incidenza di cancro gastrico, particolarmente elevata nella nostra regione, può efficacemente essere ridotta attraverso l’esecuzione di esami endoscopici mirati, avvalendosi delle moderne tecnologie a disposizione, per una identificazione precoce di condizioni e lesioni precancerose, in particolare in soggetti a rischio elevato (età >45 anni, fumatori, con nota familiarità).

Dr.ssa Federica Rondoni